SIRIA: STOP DEGLI USA ALLE TRATTATIVE CON LA RUSSIA, NUOVI RAID SU ALEPPO

Stop degli Stati Uniti alle trattative con la Russia per la tregua in Siria e minacce di nuove sanzioni contro Mosca. L’annuncio ufficiale è arrivato dal Dipartimento di Stato, che ha fatto seguito a quello arrivato dal Cremlino. E si è aggiunto, mostrando un preoccupante logoramento dei rapporti, alla decisione di Mosca di sospendere l’accordo sullo smaltimento di plutonio avanzato, uno dei capisaldi del dopo Guerra Fredda.

L’escalation di tensione piomba su una Aleppo sempre più sotto le bombe, con un terzo raid aereo su uno dei maggiori ospedali della città già colpito altre due volte in analoghi attacchi nell’ultima settimana. Il raid, che ha completamente e definitivamente distrutto la struttura, ha causato tre vittime, lavoratori che stavano cercando di riparare l’ospedale dopo i bombardamenti dei giorni scorsi.

Nello spiegare la sospensione dei rapporti, il Dipartimento di Stato ha criticato la Russia per “non aver tenuto fede agli impegni assunti”. E per aver scelto, insieme al regime siriano, di perseverare sulla strada militare distruggendo l’esile tregua che si era concordata: la prova, ha accusato il Dipartimento di Stato, è negli attacchi alle aree civili, prendendo di mira strutture come gli ospedali e impedendo l’arrivo degli aiuti umanitari, come mostrato dal raid del 19 settembre contro un convoglio di aiuti. Un attacco che ha inasprito ancora di più le tensioni fra Washington e Mosca, fino all’interruzione di oggi.

“Continueremo a dialogare con gli altri membri della comunità internazionale. La decisione presa con al Russia non lo preclude”, ha sottolineato comunque il portavoce del Dipartimento di Stato, Elizabeth Trudeau, ribadendo che la posizione americana su Bashar al Assad resta invariata: “Non ha più alcuna legittimità”. La Casa Bianca si è detta “preoccupata” per la situazione in Siria, ma allo stesso tempo delusa dal fatto che la Russia non abbia tenuto fede ai suoi impegni.

“La pazienza di tutti è finita con la Russia. Serve una transizione politica”, ha affermato il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, ricordando come lo stesso presidente russo Vladimir Putin si è espresso a favore di una transizione. “E’ stata Washington a non aver rispettato gli accordi e ora sta cercando di scaricare la colpa su qualcun altro”, è stata la prima reazione di Mosca affidata alla portavoce del ministero degli Esteri.