Siria, quasi ultimata la riconquista di Raqqa. L’Ondus: “Il 90% in mano alle forze curde”

La capitolazione delle forze Daesh a Raqqa potrebbe avvenire prima del previsto: la principale roccaforte del sedicente Stato islamico in Siria, infatti, secondo quanto riferito dai media libanesi (i quali hanno a loro volta citato l’Osservatorio nazionale per i diritti umani), sarebbe ormai per l’80-90% tornata in mano delle forze a maggioranza curda, operanti con il sostegno degli Stati Uniti. La coalizione internazionale, guidata dagli americani, prosegue al momento i combattimenti nella zona nord-orientale della capitale de facto dell’Isis, incalzando i miliziani anche nell’area del centro città. Le operazioni militari  in questa parte della Siria, dunque, sarebbero in procinto di approssimarsi alla conclusione, entrando nelle sue fasi finali.

Raqqa, verso la riconquista

L’ostacolo principale alla conclusione completa dell’avanzata curda sarebbe rappresentato dalle mine presenti sul territorio. L’Osservatorio per i diritti umani in Siria, inoltre, ha riferito della carenza di munizioni e di viveri per i guerriglieri Daesh, ormai costretti in un’area alquanto esigua della città. Le operazioni della coalizione curdo-araba della Syrian democratic forces (Sdf) erano state avviate a giugno contro la roccaforte Daesh senza che, almeno inizialmente, fosse pronosticabile un’avanzata così rapida: il 18 settembre scorso, l’Ondus aveva affermato che sul territorio di Raqqa rimanevano circa 400 miliziani Isis.

Tensioni a Dayr az Zor

Nel frattempo, però, decine di migliaia di civili sono intrappolati nella zona orientale di Dayr az Zor, nell’est della Siria, considerata l’ultima roccaforte urbana ancora in mano all’Isis di tutto il Medio Oriente, da diversi giorni al centro dell’offensiva russo-iraniana-governativa e dell’avanzata di truppe curde sostenute dagli Usa. Secondo quanto riportato dall’Ansa da alcuni attivisti locali, fra i quali Omar Abu Layla, “i civili sono intrappolati sotto incessanti raid aerei russi” mentre “i dirigenti stranieri dell’Isis usano la manovalanza siriana come carne da macello”.