SIRIA: LE FORZE CURDE E ARABE STRAPPANO MANBIJ ALL’ISIS

Le forze curde e arabe appoggiate dagli Usa sono entrate nella città di Manbij, roccaforte dello Stato islamico nel nord della provincia di Aleppo, in Siria. Le Forze democratiche siriane (Sdf), composte in gran parte dalle Unità di protezione del popolo curde (Ypg), sono avanzate a Manbij da sud, secondo quanto riferito dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, dopo aver conquistato un villaggio strategico nella periferia sud-occidentale della città. “Sono in corso scontri casa per casa”, ha riferito il direttore dell’Osservatorio, Rami Abdel Rahman, secondo il quale i progressi all’interno della città saranno lenti, perché lo Stato islamico ha lasciato trappole e mine ovunque per impedire l’avanzata delle Sdf.

Manbij, situata nella parte nord-orientale della provincia di Aleppo, si trova lungo una direttrice strategica vicina al confine con la Turchia utilizzata dallo Stato islamico (Is) per i propri traffici illegali e per il trasferimento di combattenti provenienti dall’Europa. L’offensiva su Manbij, sostenuta dagli Usa e da altri paesi della Coalizione internazionale contro il terrorismo, è iniziata nei primi giorni di giugno ed è guidata dalle Sdf. Pochi giorni prima dell’inizio dell’operazione militare, il quotidiano turco “Hurriyet” aveva scritto che vi avrebbero preso parte forze speciali di Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania.

Manbij, che è in gran parte sunnita e ha una popolazione a minoranza curda, è stata una delle prime città a finire sotto il controllo dello Stato islamico (Is). In un primo momento, i ribelli non islamici dell’Esercito libero siriano avevano assunto il controllo della città con il sostegno della popolazione. Ma il potere è stato gradualmente ceduto ai combattenti islamici che hanno giurato fedeltà all’Is a fine 2013. Poco dopo la località è diventata meta dei jihadisti di tutto il mondo. “Manbij rappresenta un importante punto di passaggio dove i combattenti stranieri possono entrare in Siria dalla Turchia”, aveva detto recentemente il colonnello Christopher Garver, portavoce della coalizione Usa contro lo Stato islamico. “Riguardo al piano per riprendere il controllo della città, non voglio parlare di future potenziali operazioni per ovvie ragioni di sicurezza – aveva spiegato Garver – ma se c’è una sacca di resistenza dello Stato islamico sul terreno, naturalmente saremo pronti ad attaccarla e a sradicarla”.