Siria: Kerry chiede un’indagine per crimini di guerra contro Mosca e Damasco

Il segretario di Stato americano, John Kerry, ha chiesto che sia avviata un’indagine per crimini di guerra nei confronti della Russia e della Siria per le stragi di Aleppo.

Da parte sua l’ambasciatore francese all’Onu, Francois Delattre, ha detto che “Aleppo è in Siria quello che Guernica è stata nella guerra in Spagna: una tragedia umana, un buco nero che distrugge tutto ciò in cui crediamo, ma anche foriero di molti altri disastri a venire”.

La dichiarazione è stata resa a margine della riunione del Consiglio di Sicurezza, che oggi si è riunita per discutere proprio della crisi siriana. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha sottolineato che l’Italia sostiene la proposta fatta dall’inviato speciale dell’Onu Staffan De Mistura per far uscire da Aleppo Est, in mano agli insorti, i circa 900 miliziani qaedisti di Al Nusra e metter così fine ai bombardamenti siriani e russi.

I miliziani jihadisti del Fronte Fatah al-Sham (ex al Nusra) hanno però respinto la proposta. Un portavoce del gruppo, Hossam al-Shafai, ha scritto su Twitter che i suoi miliziani – circa 900 – sono “determinati a spezzare l’assedio” nella parte orientale della città.

Dall’inizio della guerra in Siria, la zona est di Aleppo è testimone di feroci bombardamenti e l’accesso alle cure mediche è ormai estremamente limitato. La stessa ricerca di cure mediche è diventata pericolosa: vi sono stati almeno 23 attacchi documentati e solo otto ospedali sono ancora attivi da quando l’assedio è cominciato, lo scorso luglio. E’ quanto denuncia Medici senza Frontiere.

Le due principali strutture medico-chirurgiche della zona est di Aleppo, supportate da Msf e altre organizzazioni, sono state danneggiate cinque volte ciascuna, lasciandone una inutilizzabile dal 1 ottobre. Soltanto nelle scorse due settimane, la campagna di bombardamento ha ucciso 377 persone, secondo la Direzione della Sanità che registra soltanto le vittime accertate dagli ospedali. Molti dei feriti vengono curati a casa e altrove e, quindi, non sono registrati. “La situazione è insostenibile – afferma Carlos Francisco, capo missione di Msf in Siria – i pochi medici rimasti in grado di salvare vite umane stanno sfidando la morte. Solo pochi giorni fa il direttore di un centro di salute, da noi supportato, è stato ucciso da un barile bomba insieme alla sua famiglia, bambini compresi”.

Tutti gli otto ospedali sono attualmente sopraffatti dall’alto numero di feriti di guerra. “Ci sono molti feriti perché le bombe cadono in zone affollate, strade piene di persone, file per il pane per la distribuzione di aiuti” spiega Abu Waseem, direttore di un ospedale chirurgico supportato da Msf.