Siria, incursione turca per evacuare l’enclave e recuperare il feretro di Suleyman Shah

Le forze armate turche hanno lanciato questa notte un’operazione militare in Siria per evacuare la tomba di Suleyman Shah, il nonno del fondatore dell’impero ottomano, e i 40 soldati turchi di guardia che si trovavano in un’area considerata una enclave turca, ma ora controllata dall’Isis. Sono state compiute due incursioni in territorio siriano con circa 600 soldati, 39 carrarmati e droni dall’alto; alcuni quotidiani di Ankara avevano ipotizzato nei giorni scorsi che i 40 soldati di guardia al mausoleo fossero circondati dai miliziani Isis, una situazione che avrebbe impedito negli ultimi 10 mesi i rifornimenti. Il blitz si è svolto senza scontri con l’Isis, ha indicato il premier di Ankara Ahmet Davutoglu. Un soldato turco è morto nell’operazione, ma in un incidente, ha precisato l’esercito. Davutoglu ha detto che Ankara non ha chiesto l’assistenza degli alleati prima del blitz ma li ha informati all’inizio dell’operazione.

Le spoglie di Suleyman Shah sono state portate via e saranno spostate in un altro luogo, tutta la zona è di fatto ormai circondata dalle truppe dello Stato islamico, tanto da costringere la Turchia alla ritirata, che ha un altissimo valore simbolico: l’area è un possedimento turco dal 1921 in base a un trattato con la Francia (la Siria allora era colonia di Parigi, ndr) e ospita i resti del nonno del fondatore dell’impero ottomano. Nei mesi scorsi la Turchia aveva giurato di difendere il sito, fino alla decisione di oggi. Ora il mausoleo, non più difeso, sarà probabilmente invaso dagli jihadisti. Lo Stato islamico, come altri gruppi islamisti, considerano idolatria la venerazione delle tombe e hanno distrutto numerosi mausolei e moschee in Siria e in Iraq.