SIRIA, ERDOGAN: “L’ELS NON VUOLE INTERFERENZE DA PARTE DEGLI AMERICANI”

I miliziani filo turchi dell’Esercito siriano di liberazione “non vogliono interferenze da parte delle forze speciali Usa” nel nord della Siria. “Il comportamento degli ufficiali Usa ha portato la situazione fino a questo punto”. Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, parlando ai giornalisti all’aeroporto Ataturk di Istanbul prima di partire per New York, dove parteciperà all’Assemblea generale dell’Onu.

“I nostri ufficiali hanno fatto uscire da lì circa 30 membri delle forze speciali Usa”, ha aggiunto Erdogan. I militari americani erano entrati nel nord della Siria alla fine della scorsa settimana per coordinare sul terreno alcune attività anti-Isis condotte dai ribelli dell’Esl nell’ambito dell’operazione militare turca “Scudo dell’Eufrate”.

Il presidente turco ha anche detto che gli uomini dell’Els sono pronti a lanciare una nuova offensiva nel nord della Siria, con il supporto dell’esercito turco, per strappare all’Isis la città strategica di al Bab, principale centro abitato ancora in mano ai jihadisti tra Aleppo e Raqqa. Erdogan ha spiegato che l’intervento militare di Ankara, iniziato il 24 agosto con l’operazione “Scudo dell’Eufrate”, proseguirà finché l’intera area “non sarà più una minaccia” per la Turchia.

E’ intanto di oltre novanta militari siriani governativi uccisi il bilancio dei raid aerei della Coalizione anti-Isis a guida statunitense compiuti nei giorni scorsi nella Siria orientale e denunciati da Russia e dal governo di Damasco. Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), vicino alle opposizioni, che porta il bilancio dei bombardamenti aerei a “oltre 90 uccisi”. Gli Usa hanno affermato che si è trattato di un errore e hanno presentato le loro scuse al governo siriano. I raid sono avvenuti nei pressi di Dayr az Zor, in un’area contesa tra Isis e forze lealiste.