Si torna al voto, ma la pace è lontana

Non è un voto a rendere un Paese libero dall'oppressione e dalla guerra. Lo insegna quanto avvenuto ieri in Iraq, dove gli elettori sono tornati alle urne dopo la sconfitta dell'Isis. Ma proprio i miliziani jihadisti hanno sporcato di sangue la giornata, con un attentato a Kirkuk. Almeno otto militari sono stati uccisi da una sparatoria avvenuta durante le operazioni di voto nella città del Nord del Paese. Sulle elezioni soffia poi il vento gelido dal confinante Iran e dagli Usa, dopo l'annuncio del presidente statunitense, Donald Trump, di volersi ritirare dall'accordo sul nucleare e quello di Teheran di riprendere l'arricchimento dell'uranio.

Il voto

Sono 329 i deputati (su 7mila candidati di 88 liste) che andranno a sedere nel Parlamento a Baghdad e che avranno il compito di scegliere il prossimo primo ministro. L'affluenza è stata piuttosto bassa e vengono lamentati brogli e lentezze nello spoglio. Grazie al voto elettronico, i risultati saranno annunciati nella giornata di oggi, anche se le autorità non hanno fissato una agenda precisa. Tra i candidati anche il 38enne Muntaẓar al-Zaydi, giornalista resosi celebre nel 2008, quando durante una conferenza stampa sul suolo iracheno lanciò un paio di scarpe all'indirizzo dell'allora presidente degli Stati Uniti George W. Bush accompagnando il gesto con le parole “hai ucciso gli iracheni”.

La solidarietà

Nell'Iraq che tenta con difficoltà di normalizzarsi, proseguono le attività di beneficenza. La Lamborghini donata nel novembre scorso dall’azienda automobilistica a Papa Francesco, ieri è stata venduta all'asta a Monaco da Sotheby’s per 715mila euro. Il Santo Padre, nell'accettare a suo tempo il dono, aveva voluto che l'intero ricavato della vendita venisse destinato ad opere di carità. Lo stesso Pontefice ha indicato che una parte del ricavato fosse destinata ai progetti di Aiuto alla Chiesa che Soffre per le comunità cristiane d’Iraq: quelle che, dopo la sconfitta militare dell'Isis, stanno rientrando nei villaggi della Piana di Ninive da cui furono scacciati dai terroristi.