Settant'anni di Nato fra successi e nuove minacce

Jens Stoltenberg celebra la Nato a 70 anni dalla firma del trattato fondativo a Washington. L'Alleanza Atlantica, ha ricordato, ha preservato la pace e ha salvaguardato la libertà. E oltre a essere la più lunga della storia è anche quella che ha conseguito maggiori successi. 

La riunione

La riunione ministeriale di Washington di oggi ha rappresentato l'occasione per discutere dei “risultati conseguiti in sette decenni” con uno sguardo rivolto al futuro. Si sono poi affrontate questioni fondamentali “come la condivisione degli oneri e l'importanza di avere un'alleanza equa“. La discussione riguarda anche l'adozione di nuove misure a sostegno di partner come Georgia e Ucraina. Il tema dell'acquisto da parte della Turchia del sistema di difesa anti-missile russo S-400 non è, invece, parte dell'agenda della riunione dei ministri degli Esteri. Stoltenberg ha sottolineato che spetta alle singole nazioni determinare le proprie capacità difensive ma ha osservato che l'argomento è fonte di grande disaccordo tra gli alleati Nato.

Nuove minacce 

Durante la riunione, il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, ha esortato ad adattare l'alleanza alle “minacce emergenti“, fra queste “l'aggressione russa, la migrazione incontrollata, i cyber attacchi, la sicurezza energetica, la competizione strategica cinese, inclusa la tecnologia e il 5G, e molte altre questioni”.

Il messaggio di Mattarella

I 70 anni della Nato sono stati celebrati anche dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ricordato i principi espressi dal preambolo del Trattato dell'Atlantico del Nord: “Vivere in pace con tutti i popoli e con tutti i governi”.  Le ragioni di un “patto di sicurezza sono enumerate subito dopo: salvaguardare la libertà dei popoli, il loro comune retaggio e la loro civiltà, fondati sui principi della democrazia, sulle libertà individuali e sulla preminenza del diritto”. L'Italia, ha scritto nel messaggio, “ha fatto di questa scelta di adesione a un patto fra Nazioni libere ed eguali un fondamento della propria politica estera“. La fine del confronto bipolare, ha aggiunto, “ha ampliato il novero delle responsabilità a cui la Nato è stata chiamata dalla Comunità Internazionale, in aderenza alla sua missione di soggetto volto a contribuire alla sicurezza e alla stabilità. Fronteggiare le nuove minacce alla pace delle rispettive comunità è compito a cui l'Alleanza è stata sollecitata più volte, in un'iniziativa multidimensionale che deve saper guardare anche al suo fianco sud, in un crescente adattamento alle sfide verso le quali si rivolgono oggi prioritariamente le preoccupazioni dei cittadini“.