Sepoltura di Soleimani a Kerman: 35 morti per la ressa

Un'enorme folla si è radunata a Kerman per la sepoltura del generale Qassem Soleimani, la cui salma è arrivata di prima mattina nella cittadina dell'Iran sudoccidentale. Gli abitanti di Kerman sono arrivati in massa nel centro della città natale del generale, per una mobilitazione che appare delle stesse dimensioni di quelle che si sono registrate ieri nella capitale Teheran. Almeno 35 persone sono morte e altre 48 sono rimaste ferite nella calca durante la cerimonia di sepoltura del generale Qassem Soleimani a Kerman, la sua città natale in Iran. Lo riferiscono media locali.

Già lunedì scorso infatti un'altra marea umana aveva partecipato al corteo funebre nella capitale iraniana in memoria dell'ufficiale ucciso nel raid aereo americano. Soleimani era nato a Qom, da una famiglia di contadini, in un piccolo villaggio vicino alle montagne dell'Afghanistan. Lavorava come operaio per ripagare i debiti del padre verso il governo iraniano. Era entrato nelle Guardie Rivoluzionarie (Ircg) immediatamente dopo la rivoluzione del 1978. Durante la Guerra Iran-Iraq, comandava la XIV divisione dei Pasdaran. Tra il 1997 e il 1998 divenne comandante della Quds Force. Bandiere verdi dell'Islam e rosse a simboleggiare il sangue dei martiri sventolavano tra la folla, dalla quale si è levato a più riprese il grido di 'Morte all'Americà. Lo stesso slogan è stato scandito dai deputati durante una seduta del Parlamento di Teheran, che ha fatto appello alla rappresaglia contro gli Usa. 

Nucleare

Nelle scorse ore, Teheran ha annunciato un'ulteriore riduzione dei suoi obblighi relativi all'intesa nucleare del 2015, riservandosi di rendere operativo un numero illimitato di centrifughe per l'arricchimento dell'uranio. “Se gli Usa compiranno un nuovo attacco dopo la rappresaglia iraniana per l'uccisione del generale Qassem Soleimani” Teheran “cancellerà Israele dalle carte geografiche”, ha affermato Mohsen Rezai, ex capo delle Guardie della rivoluzione, attualmente segretario del Consiglio per la determinazione delle scelte. “Le truppe Usa saranno presto espulse dalla regione”, ha aggiunto Rezai, citato dall'agenzia Fars, parlando ieri sera ad una commemorazione di Soleimani a Teheran. 

Lettera all'Onu

Lunedì l'Iraq ha chiesto in una lettera all'Onu che il Consiglio di Sicurezza condanni il raid con cui venerdì scorso gli Usa hanno ucciso all'aeroporto di Baghdad il generale iraniano Soleimani e il suo vice Abou Mehdi al-Mouhandis, affinché “la legge della giunga” non domini le relazioni internazionali. L'operazione americana, si legge nella missiva dell'ambasciatore iracheno alle Nazioni Unite, “rappresenta una aggressione contro il popolo e il governo dell'Iraq, una violazione flagrante delle condizioni legate alla presenza delle forze americane in Iraq e una escalation pericolosa che potrebbe condurre ad una guerra devastatrice in Iraq, nella regione e nel mondo”. Baghdad chiede al consiglio di sicurezza di “adempiere alle sue responsabilità e di vigilare in modo tale che siano chiamati a rispondere coloro che commettono tali violazioni, che non violano solo i diritti umani ma anche il diritto internazionale, facendo prevalere la legge della giungla in seno alla comunità internazionale”.

Petrolio

Frena, finalmente, il prezzo del petrolio, dopo che i timori di una escalation di violenze in Medioriente lo avevano fatto schizzare ai massimi da mesi,fino a toccare quasi i 70 dollari al barile. Sui mercati asiatici, infatti, i future sul Light crude sono scesi a 54 cent, a 62,73 dollari e quelli sul Brent sono diminuiti di 89 cent, a 68,30 dollari al barile.In ogni caso, gli analisti ritengono che se l'Iran prenderà di mira impianti o infrastrutture per il trasporto del petrolio il prezzo potrebbe arrivare a toccare gli 80 dollari, rialzo che peserebbe sui quei Paesi, tra cui l'Italia, il cui trasporto è soprattutto su gomma, come recentemente denunciato da Coldiretti.