Scorre sangue sulle elezioni

Aabdul Jabar Qahraman, candidato nella provincia di Helmand in vista delle prossime elezioni parlamentari afghane, è morto a seguito dell'esplosione di un'autobomba a Lashkar Gah, nel sud del Paese. Assieme a lui hanno perso la vita altre 3 persone mentre 7 sono rimaste ferite. 

L'attacco

Secondo quanto ha riferito il portavoce del governatore della provincia di Helmand, Omar Zhwak, Qahraman “stava incontrando i suoi sostenitori nell'ufficio elettorale” quando la bomba nascosta sotto il divano è scoppiata. L'attentato è stato rivendicato dai talebani. Il presidente Ashraf Ghani ha condannato l'uccisione di Qahraman e ha presentato le sue condoglianze alla famiglia, annunciando un'indagine sull'accaduto. Era stato proprio Ghani a mandare nel 2016 Qahraman nella provincia di Helmand come suo inviato per sostenere la lotta ai talebani, ma l'inviato successivamente aveva dato le dimissioni. L'attentato arriva all'indomani dell'intimazione dei talebani ai candidati a ritirarsi dalla corsa elettorale. Nel mirino dei terroristi anche insegnanti e studenti, esortati a non svolgere le mansioni di scrutatore. 

Precedenti

Qahraman è il secondo candidato a perdere la vita a Lashkar Gah, dopo l'omicidio di Saleh Mohammad Asikzai la scorsa settimana, ucciso insieme ad altre 7 persone. Sabato scorso, l'esplosione di una moto-bomba a un comizio di Nazifa Yousefibek nella provincia nord-orientale di Takhar aveva causato la morte di 22 persone e il ferimento di altre 36, mentre la candidata ne era uscita indenne.

Verso il voto

A pochi giorni dalle elezioni di sabato 20 ottobre, gli organizzatori stanno faticando per distribuire il materiale agli oltre 5 mila seggi, mentre quasi 9 milioni di persone si sono registrate come elettori, anche se è attesa un'affluenza molto più bassa a causa dei timori di brogli e attacchi. Oltre 50 mila membri delle forze di sicurezza sono stati mobilitati per controllare e garantire lo svolgimento del voto. Le elezioni parlamentari per la Camera bassa sono viste come un indicatore in vista delle presidenziali del prossimo aprile, oltre che come un passaggio importante a poche settimane dall'incontro Onu che si terrà a Ginevra a novembre dove verrà chiesto a Kabul di mostrare i progressi fatti nel processo democratico.