Scontro in vista sulla missione Sophia?

Nella bozza del documento dell'Unione europea sulla revisione della missione Sophia non ci sono novità riguardo all'allargamento ad altri Paesi, oltre l'Italia, dei porti di sbarco dei migranti

Il documento

Al termine della riunione di oggi a Bruxelles del Comitato politico e di sicurezza (Cops), fonti diplomatiche confermano che la proposta italiana lascia piuttosto freddi i partner europei. Tanto che nel documento, inviato agli Stati membri già il 27 luglio scorso, non si fa cenno ai porti di sbarco dei migranti salvati in mare dalle navi militari comunitarie. Bruxelles sottolinea la necessità di accordo tra gli Stati nel quadro della responsabilità condivisa, in linea con i risultati del consiglio Ue di fine giugno. 

Le richieste italiane

L'Italia ha più volte ribadito la sua posizione: Roma propone di cambiare le regole della missione europea che prevede l'attracco nel nostro Paese delle navi che soccorrono migranti in mare. L'Italia chiede l'apertura anche dei porti di altri Paesi membri, tra cui quelli che si affacciano sul Mediterraneo, per smistare anche l'esame delle domande di asilo, sempre su base volontaria, come deciso dal Consiglio europeo di fine giugno. Nella riunione del Cops del 19 luglio scorso il governo italiano annunciò di non voler più applicare le regole dell'operazione Sophia sugli sbarchi, trovandosi però isolata. Il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, ha assicurato che durante il periodo necessario a raggiungere una revisione delle regole operative di Sophia, l'Italia garantirà comunque l'approdo nei suoi porti alle persone salvate dalle navi della missione europea.