Scontri e feriti in Venezuela, Maduro: “Cambiare lo Stato”

Nuovi scontri in Venezuela, ormai a un passo dalla guerra civile. Almeno 37 persone sono rimaste ferite durante una manifestazione dell’opposizione, repressa dalle forze dell’ordine  con gas, proiettili di gomma e getti d’acqua, a Caracas. Lo hanno riferito le autorità municipali, dopo l’ennesima giornata di protesta contro il governo Maduro, per chiedere nuove elezioni.

L’iniziativa

Il presidente Nicolas Maduro ha annunciato che ha deciso di convocare una “Assemblea Costituente del popolo“, per riformare la struttura giuridica dello Stato e “portare la pace al nostro Paese”, una mossa già denunciata come golpista dall’opposizione. “Non sto parlando di una Costituente dei partiti o delle elite, intendo dire una Costituente femminista, giovanile, studentesca, una Costituente indigena, ma anzitutto una Costituente profondamente operaia, decisamente operaia, che appartenga profondamente alle comune”, ha annunciato Maduro in un comizio in occasione della tradizionale sfilata della Festa dei Lavoratori.

Truffa

Julio Borges, presidente del Parlamento – in mano all’opposizione – ha già denunciato che questa iniziativa equivarrebbe a “una Costituente truffa, inventata solo per distruggere la Costituzione attuale e cercare di fuggire così all’inesorabile verdetto delle elezioni” che il governo chavista ha ritardato o sospeso da quando ha perso la maggioranza nel Potere Legislativo, nel dicembre del 2015.

Violenze

Sulla stampa online e sui social network, intanto, si moltiplicano testimonianze, foto e video dell’intervento delle forze dell’ordine nella zona di El Paraiso e sulla Avenida Victoria, nell’ovest della capitale. In tutta la città la polizia è molto presente, e le autorità hanno chiuso oltre 30 stazioni della metro, oltre ad avere organizzato numerosi posti di blocco. Il percorso della marcia di protesta si conclude accanto alla sede della Corte Suprema e del Consiglio Nazionale Elettorale (Cne). Le manifestazioni antigovernative si susseguono dall’inizio di aprile, con un bilancio di almeno 30 morti.

L’appello

Otto Paesi latinoamericani -Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Perù, Paraguay e Uruguay – hanno sottoscritto un appello comune nel quale si associano alla presa di posizione di Papa Francesco sulla necessità di ricercare al più presto “soluzioni negoziate” per la crisi politica e istituzionale in Venezuela. “Siamo d’accordo con Papa Francesco che occorre fare tutto il possibile per il Venezuela, ma con le garanzie necessarie‘”, si legge nel documento degli Otto, definendo anche le condizioni per un dialogo politico a Caracas: “che cessi la violenza, si ripristini la piena funzionalità dello Stato di diritto, si liberino i prigionieri politici, si restituiscano le prerogative dell’Assemblea Nazionale e si definisca un calendario elettorale“.