Scontri a Tripoli: fumata nera all'Onu

Si è risolto in un fallimento il primo tentativo di accordo su una bozza di risoluzione per il cessate il fuoco in Libia da parte del Consiglio di sicurezza dell'Onu, riunitosi per discutere la proposta avanzata dal Regno Unito. 

La discussione

La quadra non è stata trovata e la Germania, presidente di turno dei 15, ha chiesto una nuova riunione a porte chiuse per oggi. La bozza di risoluzione britannica invitava tutte le parti che prendono parte al conflitto ad assecondare gli sforzi per la pace delle Nazioni Unite. Chiedeva, inoltre, a tutti gli Stati membri del Consiglio a usare la “propria influenza sulle parti” per assicurare il rispetto del documento. A opporsi, secondo quanto riportato dalla Dpa, fra gli altri, la Guinea, che ha agito anche a nome delle tre nazioni africane del Consiglio. Durante i negoziati, inoltre, Mosca ha chiesto che l'Esercito nazionale libico – comandato da Khalifa Haftar – non fosse identificato solo come la forza che sta attaccando Tripoli. La Russia, del resto, come la Francia, si è più o meno convinta a sotenere Haftar, che conta sull'appoggio di Egitto, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti

La battaglia

All'inizio di questo mese le forze di Haftar hanno lanciato un attacco per strappare Tripoli al governo di unità nazionale, guidato da Fayez al-Serraj. L'offensiva è scattata 10 giorni prima della conferenza nazionale voluta dal'Onu per tracciare una road map per l'unità e la democratizzazione del Paese. In due settimane di scontri il bilancio delle vittime, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, ha superato i 205 morti. A questi si aggiungono le oltre 25mila persone costrette a lasciare le proprie case a causa del conflitto.