Russiagate, Trump Jr pubblica le mail incriminate: “A mio padre non dissi nulla”

Donald Trump non seppe mai dell’incontro di suo figlio con l’avvocatessa russa Natalia Veselnitskaya: a sostenerlo è lo stesso Trump Jr, finito al centro dell’indagine sul Russiagate in quanto sospettato di aver intrattenuto la conversazione del giugno 2016 con la legale con la speranza di ottenere materiale contenente “informazioni riservate” volto al danneggiamento della candidata democratica Hillary Clinton durante la campagna per le presidenziali del 2016. Con la speranza di spegnere i clamori attorno alla vicenda (e con le ombre russe che invadono sempre di più i corridoi della Casa Bianca) Donald John ha pubblicato le email scambiate con Rob Goldstone (interlocutore tra lui e Veselnitskaya) e, durante un’intervista con Sean Hannity su “Fox News”, ha spiegato che a suo padre “non c’era niente da raccontare”. Tuttavia, Trump Jr ha ammesso, ragionando a posteriori, che avrebbe probabilmente agito in modo diverso.

Lo scambio di mail

Parlando dell’incontro, risalente ormai oltre un anno fa, il figlio del Tycoon ha spiegato che “è avvenuto quando ancora non c’era questa ‘russiamania’”, specificando che, prima di ricevere quella mail, dell’avvocatessa russa “non sapevamo nulla. Per me era ricerca sull’opposizione… Ho ricevuto una mail e ho risposto. Un segno di cortesia verso un conoscente. Volevo sentire cosa avevano da dire. Ma non e’ emerso nulla”. Attraverso le mail pubblicate su Twitter dal figlio dell’inquilino della Casa Bianca emerge però il suo entusiasmo, dato dalla paventata possibilità di ricevere informazioni compromettenti sull’avversaria di suo padre: “Si tratta di informazioni di alto livello e molto sensibili ma sono parte dell’impegno della Russia e del suo governo per sostenere Trump”. Questo quanto scritto a Donald Jr che, in pochi minuti, invia la sua risposta: “Se è così lo adoro (lett. ‘I love it’), soprattutto più avanti nell’estate” (riferendosi all’imminente fase finale della campagna elettorale, quella decisiva in vista delle elezioni di novembre).

Trump Jr: “Ridicole accuse di collusione”

La scelta della trasparenza, particolarmente apprezzata dal presidente Trump, sarebbe stata in realtà dettata al suo figlio maggiore dal rischio di un nuovo scoop del “New York Times”. Per questo Donald John ha deciso, anticipando le rivelazioni giornalistiche, di rendere le mail di pubblico dominio. Una mossa che, pur ricevendo il plauso del Tycoon (“Mio figlio è una persona di grande qualità ed io applaudo la sua trasparenza”), potrebbe aprire davvero vie decisive per l’inchiesta sulle infiltrazioni russe durante la campagna elettorale che ha portato The Donald nello Studio ovale. E se la portavoce Sarah Huckabee Sanders si riferisce alle ipotesi di “tradimento” e “falsa testimonianza” definendole “ridicole”, è altrettanto vero che anche l’avvocatessa russa ha detto la sua, spiegando in un’intervista alla Nbc che lei non è mai stata in possesso “di informazioni dannose per Hillary Clinton. Non è mai stata questa la mia intenzione”. Trump Jr, nel frattempo, ha definito allo stesso modo “ridicole le accuse di collusione”. Scenari certamente poco edificanti per la Casa Bianca che cerca di correre ai ripari: la prima mossa di Trump è stata la rimozione dei prodotti Kaspersky dalla lista dei venditori autorizzati dell’Amministrazione per i servizi generali (Gsa), in quanto l’azienda russa è ritenuta un potenziale contatto con l’intelligence russa.