Russiagate, Camera e Senato convocano i social

Nuovo capitolo del Russiagate, con la Commissione intelligence del Senato che, come rivelato dal “New York Times”, ha convocato in audizione a Capitol Hill i giganti della comunicazione social, tra cui Facebook, Twitter e Alphabet, con il colloquio che avverrà probabilmente nel mese di novembre. Non è una novità che, fra gli altri, uno dei settori supervisionati con più attenzione dalla Commissione d’inchiesta del Congresso sia proprio quello dell’interscambio sul web. Nel caso specifico, gli investigatori cercheranno di capire se, effettivamente, i canali social possano essere stati soggetti a utilizzo da parte della Russia per esercitare influenze sulle presidenziali americane. Il quotidiano della Grande mela, da parte sua, afferma che di tali portali sia stato fatto largo uso da parte dei russi durante le elezioni del 2016 e che, allo stesso modo, un’attività di interferenza via social prosegua tutt’oggi.

L’analisi di Facebook

Già nei giorni scorsi il senatore della Carolina del Nord, Richard Burr (appartenente all’ala repubblicana), aveva parlato di possibili audizioni pubbliche per le società leader della comunicazione web (dalle quali è attesa risposta). In realtà, una delegazione di Facebook è già stata ascoltata dalla Commissione intelligence, sia pure a porte chiuse, per discorrere sulla propria posizione in tema Russiagate (lo stesso incontro che dovrebbe svolgere anche Twitter). L’azienda fondata da Mark Zuckerberg, in effetti, al termine di un’indagine interna avrebbe individuato non meno di 470 account fittizi probabilmente gestiti dalla Russia, associati ad alcune inserzioni pubblicitarie (per un totale di 100 mila dollari, almeno 50 mila dei quali impiegati per fini legati alle presidenziali) e impiegati per interferire con la campagna elettorale statunitense.

Russiagate sul caso Trump-Nfl?

L’analisi del Nyt, però, avrebbe messo in luce interferenze russe sui canali social anche per quanto riguarda la recente polemica fra il mondo sportivo (la Nfl in particolare) e il presidente Donald Trump. Secondo il quotidiano, infatti, vi sarebbero account non autentici legati alla Russia che, in una sorta di “attività di disturbo” continua, alimentano il fuoco della diatriba fra il Tycoon e la lega professionisti: a riprova, sarebbero stati evidenziati hashtag particolari, volti a sostenere entrambe le parti e impiegati dai presunti profili fittizi di matrice russa per fomentare divisioniinterne negli Stati Uniti. Nel frattempo, anche la Commissione intelligence della Camera ha invitato i giganti del social network a comparire in udienza, probabilmente nel mese di ottobre.