ROMANIA: IL PRESIDENTE CHIEDE LE DIMISSIONI DEL PREMIER, ACCUSATO DI CORRUZIONE

Complicità in evasione fiscale, conflitto di interesse, riciclaggio di denaro e abuso d’ufficio. Sono queste le accuse rivolte al premier romeno Victor Ponta, indagato dalla procura anti-corruzione della Romania, sia in qualità di legale dell’ex ministro dei trasporti Dan Sova, sia come premier, proprio per aver proposto lo stesso Sova come ministro. Una bufera che si è abbattuta sul governo romeno e che potrebbe portare instabilità politica, come teme il presidente Klaus Iohannis, che ha chiesto le dimissioni del capo di governo. Ponta ha però dichiarato che intende rimanere al suo posto, e che solo “il parlamento può decidere” sulle sue dimissioni.

“Ho parlato con il presidente in maniera estremamente corretta e civile – ha scritto Ponta sul suo profilo Facebook – Credo che rispettare i principi della costituzione sia essenziale per la nostra società”, dicendo di non accettare che un procuratore sia al di sopra del parlamento. Ma il presidente romeno si è detto preoccupato e non ha escluso di sospendere Ponta dall’incarico: “Il primo ministro è accusato di reati penali. A mio parere si tratta di una situazione insostenibile per la Romania”, concludendo che però una crisi politica sarebbe davvero un duro colpo per il Paese.

Intanto, il premier è stato ascoltato in procura nell’ambito delle indagini sull’ex ministro Sova, di cui è stato legale dal 2007. Dopo che la procura ha diffuso la notizia del suo coinvolgimento Ponta ha postato su Facebook le copie dei contratti esistenti tra il suo studio e le società che gestiscono gli impianti di turceni e rovinari: “Questo per informarvi sul motivo per cui sono stato convocato al dna. La situazione mi sembra chiara. La politica si fa in parlamento!”.

Ponta fa riferimento al suo lavoro da avvocato, ma secondo la procura ha commesso anche il reato di conflitto di interessi in tre occasioni, una delle quali nella sua veste di premier. “Da premier Ponta ha nominato Dan Sova-Coman, ad agosto 2012 come ministro per i rapporti con il parlamento, nel dicembre 2012 come ministro delegato per i progetti infrastrutturali e investimenti nazionali ed esteri, nel febbraio 2014 come ministro ad interim dei trasporti e, infine, nel mese di marzo 2014 come ministro dei trasporti – ha scritto la procura – e in passato ha ricevuto da parte di Sova-Coman denaro per un totale di circa 250.000 Lei (circa 56.000 euro, ndr) e il diritto ad uso gratuito di una vettura”.

Secondo la procura le prove dimostrano che gran parte dei proventi della società Sca nei due complessi energetici di Turceni e Rovinari è stata utilizzata da Sova per interessi personali. Inoltre tutti i documenti fiscali esistenti sono stati redatti dallo studio legale “Victor Ponta Viorel”. Risulta anche dalle indagini che ponta, il cui contratto con Sova prevedeva un onorario di 2.000 euro al mese poi salito a 3.000, abbia emesso 17 fatture false, perché il premier “non ha svolto alcuna attività professionale”, scrive il dna.