Roger Stone sotto accusa

Non basta lo shutdown, anche il Russiagate torna come un colpo di martello sull'amministrazione Trump: un grand jury ha infatti incriminato il consulente del Tycoon, Roger Stone, per sette capi d'imputazione tra i quali ostruzione della giustizia e falsa testimonianza. La richiesta è stata avanzata sulla base delle accuse del procuratore speciale Robert Mueller, con gli agenti dell'Fbi che hanno perquisito la casa di Stone a Fort Lauderdale, in Florida, dove si sono recati, secondo alcuni testimoni, crica alle 6 di mattina, armati e in uniforme. Ex membro dell'entourage di Trump durante le presidenziali del 2016 (lavoro interrotto bruscamente nel 2015) e poi collaboratore del presidente, Stone è finito nel mirino del superprocuratore proprio per quei mesi trascorsi nella campagna elettorale dell'allora candidato repubblicano, fornendo agli inquirenti versioni diverse e ritenute discordanti del suo ruolo nei presunti contatti con Mosca in quel periodo.

I sospetti

Durante uno degli ultimi colloqui intrattenuti con i titolari dell'inchiesta, Stone aveva ammesso di aver avuto una corrispondenza con un account particolare, tale Guccifer 2.0, un utente che, secondo gli inquirenti (su indagini dell'Intelligence americana), celava 007 russi intenti ad allestire un attacco hacker nei confronti degli Stati Uniti, in particolare ai membri del partito Democratico. Secondo i titolari dell'inchiesta, inoltre, Stone sarebbe stato a conoscenza delle mail in fase di pubblicazione da parte di WikiLeaks sottratte ai democratici poco prima del voto, mostrandosi soddisfatto su Twitter dopo la pubblicazione. La formulazione dell'accusa, però, non dice chi nella campagna fosse a conoscenza della ricerca di Stone, chiarendo però che si trattava di diverse persone. Accuse da sempre respinte da Stone che, a ogni modo, dovrebbe comparire a breve in Tribunale.

Il dipendente e l'alto funzionario della campagna, dati come i personaggi a conoscenza della ricerca di Stone, non sono citati nella denuncia.Tuttavia, nella formulazione dell'accusa viene descritta una presunta conversazione sull'argomento intercorsa tra Stone e un giornalista, al quale avrebbe riferito come ciò che Assange aveva nelle e-mail inedite fosse positivo per la campagna di Trump.