Riyad: “Fu avvelenato e fatto a pezzi”

Sembrano ormai essersi dissipate le nubi attorno al caso di Jamal Khashoggi, il giornalista ucciso nel consolato dell'Arabia Saudita di Istanbul il 2 ottobre scorso: secondo il procuratore capo di Riyad, Saud al-Mojeb, il cronista sarebbe stato avvelenato con una droga letale per poi essere smembrato e portato fuori dalla sede del consolato. Secondo quanto scritto dal portale al-Arabiya, Khashoggi sarebbe stato “consegnato a un agente di sicurezza turco fuori dalla sede consolare”, del quale sarebbe poi stato diramato un identikit al governo di Ankara, assieme al contenitore con i resti del corpo del giornalista. Un'esecuzione che, secondo il procuratore, sarebbe stata perpetrata dal team di Riyad inviato a Istanbul per prelevarlo e riportarlo indietro.

La dinamica

Nel frattempo, la Procura saudita ha chiesto la pena di morte per cinque persone fra gli accusati di aver ucciso Khashoggi all'interno del consolato, proprio mentre venivano annunciate le incriminazioni per altre sei persone sospettate di coinvolgimento nell'omicidio del giornalista. Secondo quanto spiegato dall'ufficio del procuratore saudita, la missione di recupero di Khashoggi sarebbe stata ordinata dall'ex vice-capo dell'intelligence saudita, Ahmed al-Assiri, il quale sarebbe stato incaricato di reclutare un team di 15 persone divise in tre gruppi: una squadra di negoziazione, un team di intelligence e un team logistico. L'uccisione sarebbe avvenuta su ordine del leader del primo di essi.

Cavusoglu: “Omicidio premeditato”

In giornata, sulla questione era interenuto anche il ministro degli Esteri della Turchia, Mevlut Cavusoglu, secondo il quale la dichiarazione del procuratore saudita “era insoddisfacente”, chiedendo al contempo che i colpevoli fossero perseguiti secondo le leggi turche. Per Cavusoglu “l'omicidio è stato premeditato, come avevamo sostenuto… Lo smembramento del corpo non è una decisione istantanea, hanno portato le persone e gli strumenti necessari per ucciderlo e smembrarlo in anticipo”. E ancora: “Vogliamo sapere dove si trova il corpo del giornalista… Hanno detto che Khashoggi è stato ucciso per aver opposto resistenza a un trasferimento in Arabia Saudita, ma fare un corpo a pezzi richiede mezzi e strumenti che loro avevano e che dimostrano che tutto era stato premeditato”.