Rivolta contro Maduro: blindati sopra i dimostranti

Momenti di altissima tensione e violenza a Caracas, dove alcuni mezzi blindati dell'esercito venezuelano hanno tentato di investire un gruppo di manifestanti riuniti nei pressi della base aerea de La Carlota. Nei filmati diffusi sul web, si vedono chiaramente alcuni mezzi lanciarsi contro il piccolo drappello di dimostranti, puntando letteralmente sulla folla. Una persona è rimasta a terra, immediatamente soccorsa dai suoi compagni.

La mossa finale

Ora inizia davvero a vacillare quel che resta del governo Maduro, in Venezuela: all'alba, in un discorso fatto a Caracas alla presenza di uomini in uniforme militare e automezzi blindati dell'esercito, l'autoproclamato presidente Juan Guaidò ha decretato “l'inizio della fine dell'usurpazione”, annunciando di trovarsi in quel momento “a incontrare le principali unità militari delle nostre forze armate, iniziando la fase finale dell'Operazione Libertà”. Guaidò, che dopo essersi dichiarato presidente ed essere stato riconosciuto da numerosi Paesi (tra cui gli Stati Uniti), sembra aver fatto dunque il passo ufficiale verso il rovesciamento di Nicolas Maduro dopo mesi di fortissima opposizione: per il primo maggio, il leader dell'Assemblea nazionale ha fatto appello alla popolazione a unirsi alla protesta ma, soprattutto, rivolgendo il suo invito a “tutti i soldati del Paese”. Nel filmato di Guaidò, sarebbe apparso anche un altro influente leader dei dissidenti, Leopoldo Lopez, che sarebbe stato liberato proprio dall'autoproclamato presidente.

La replica di Maduro

Una mossa salutata con durezza dal governo in carica, con Maduro che parla di “golpe in corso” e il ministro delle Comunicazioni, Jorge Rodriguez, che ha replicato secco al leader dell'opposizione, annunciando che l'esecutivo si sta al momento confrontando per “disattivare” il colpo di stato in atto: “Informiamo il popolo venezuelano – ha detto via web Rodriguez – che stiamo affrontando e disattivando un piccolo gruppo di traditori militari che si sono posizionati nei pressi del distributore di Altamira per promuovere un colpo di stato contro la Costituzione e la pace della Repubblica”.

Chavisti

Intanto i sostenitori chavisti sono stati chiamati a raccolta dal presidente dell'Assemblea costituente venezuelana, Diosdado Cabello, all'interno del palazzo presidenziale di Miraflores a Caracas.  “Ora siamo schierati e invitiamo tutto il popolo di Caracas a venire qui a Miraflores (…) Vediamo cosa possono fare contro il nostro popolo”, ha detto parlando alla tv di stato Vtv. Cabello ha definito uno “spettacolo grottesco” l'azione di Guaidò, che ha assicurato di avere i militari dalla sua parte. Secondo Guaidò, “la famiglia militare di un tempo si è fatta da parte” e si è unita a lui per “arrivare alla cessazione definitiva dell'usurpazione“. Il ministro venezuelano della Difesa, Vladimir Padrino, da parte sua ha assicurato che la situazione è sotto controllo e che tutto funziona con “normalità“. “Respingiamo questo movimento golpista. Gli pseudo leader politici che si sono posti in prima linea in questo movimento sovversivo hanno usato truppe e polizia con armi da guerra su una strada pubblica della città per creare ansia e terrore“, ha aggiunto il ministro, assicurando che la Fuerza Armada Nacional Bolivariana (Fanb), l'istituzione militare al servizio della Difesa “resta ferma nella difesa della Costituzione“. 

Reazioni

La comunità internazionale segue l'evoluzione della vicenda. Il governo spagnolo ha fatto sapere di “non sostenere alcun golpe militare” e ha chiesto di evitare “spargimenti di sangue” in Venezuela. Madrid chiede una soluzione pacifica, che includa la convocazione di elezioni. Il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha condannato “vigorosamente il tentativo di golpe in Venezuela”, tentativo messo in campo – dice – dalla “destra sottomessa agli interessi stranieri“. Morales si è detto convinto che il tentativo di Guaidò sarà un fallimento. Dagli Usa, il senatore repubblicano, Marco Rubio, ha esortato “gli ufficiali militari” venezuelani a sostenere Guaidò, nel suo “sforzo per ripristinare la democrazia“. “Questo è il momento di rispettare il giuramento costituzionale e difendere il legittimo presidente ad interim in questo sforzo per ripristinare la democrazia”, ha scritto.

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