Riunione straordinaria del Governo Rajoy

Una frenata, quella catalana, decisa probabilmente al termine del consiglio straordinario convocato da Puigdemont poco prima dell’atteso discorso che avrebbe proclamato l’indipendenza “soft” della Catalogna. La scelta di optare per la secessione e di sospenderla immediatamente aprendo al dialogo con Madrid, suona molto come una decisione fatta per non creare strappi insanabili con quello che, a ogni modo, sarebbe un potente Stato confinante. Il problema, semmai, è che dalle parti della capitale spagnola tutto traspare tranne che una possibile apertura ai colloqui pacifici con la “Generalitat”. E, d’altronde, le stesse parole del numero uno catalano hanno fortemente ridimensionato le speranze della folla stipata all’esterno della sede del Parlamento, con le esteladas festanti gelate dalla linea morbida optata da Puigdemont.

Catalogna, la reazione di Madrid

Se la prospettiva era quella di instaurare un dialogo proficuo con Madrid, i presupposti non sono buoni. Poco dopo le dichiarazioni del presidente, infatti, il Governo spagnolo ha immediatamente tuonato, attraverso la voce della vicepresidente Soraya Saénz de Santamaria, che “dopo aver portato la Catalogna a uno stato di tensione senza precedenti, ora Puigdemont la sprofonda nell’incertezza. Il suo è il discorso di chi non sa dov’è, dove va e con chi”. In sostanza, nonostante la dichiarazione “d’indipendenza ma non ora” pronunciata dal presidente della Generalitat, la linea di Madrid non cambia: nessun dialogoall’infuori della legalità (e tale è considerato tutto il processo indipendentista della Catalogna) verrà instaurato e il Governo centrale non cederà ad alcun ricatto.

Riunione straordinaria

Incertezze e malumori sparsi, dunque, sono l’eredità lasciata dal discorso (ritardato di un’ora) di Puigdemont. E’ anche vero, però, che pur non avendola di fatto ancora dichiarata ufficialmente, il documento che auspica “una Repubblica Catalana quale Stato indipendente e sovrano” il presidente l’ha firmato. Che abbia seguito o meno sarà tutto da verificare: di certo, dopo un discorso che aveva più deluso che entusiasmato, il suo è un gesto che è anche un po’ una dichiarazione d’intenti. Nel frattempo il premier Mariano Rajoy ha convocato un consiglio straordinario del Governo, probabilmente per studiare un piano d’azione in virtù del previsto discorso di oggi al Congresso. Teoricamente, resta in piedi addirittura l’ipotesi dell’articolo 155, con possibilità di sospensione dell’autonomia catalana e anche dell’arresto per Puigdemont.