Rinforzi Usa in Medio Oriente, ira di Teheran

Tensioni in aumento in Iran e, stavolta, non è una semplice valutazione. A dirlo chiaramente, infatti, è stato il ministro degli Esteri di Teheran, Mohammad Javad Zarif, che ha commentato in maniera lapidaria la notizia dell'invio di ulteriori 1500 soldati americani in Medio Oriente, rilasciata dal presidente Donald Trump appena qualche ora fa, in seguito a quelle che ha definito “presunte minacce” da parte dell'Iran. Non è chiaro, a ora, a cosa si riferissero i membri del suo staff che hanno posto la questione sulla Resolute Desk dello Studio Ovale ma, di sicuro, dopo alcuni giorni di calma apparente, seguiti all'intensificazione dei numeri del contingente statunitense nell'area del Golfo Persico, tra missili Patriots, anfibi, portaerei e cacciabombardieri annessi, il filo fra Washington e Teheran torna a farsi teso, con il ministro degli Esteri a replicare che “gli americani fanno tali affermazioni per giustificare le loro politiche ostili e per creare tensione nel Golfo Persico”.

Destabilizzazione

Secondo Zarif, l'atteggiamento di Washington mira a destabilizzare la situazione in Medio Oriente e, nondimeno, a cercare di minare l'equilibrio fra un grande attore dell'area del Golfo come l'Iran e le altre realtà, confinanti e non: “Gli Usa – ha detto il ministro degli Esteri all'agenzia Irna – lanciano accuse senza fondamento per giustificare la loro politica aggressiva verso di noi”. Il riferimento potrebbe essere (anzi, lo è quasi certamente) alle recenti dichiarazioni del segretario di Stato americano, Mike Pompeo, il quale ha fatto sapere che la decisione di Donald Trump di procedere con la vendita di armi all'Arabia Saudita e agli Emirati Arabi così da “dissuadere l'aggressione dell'Iran”. Una cessione annunciata come “una tantum” anche se, di per sé, il Congresso degli Stati Uniti si è trovato tutt'altro che d'accordo.

La vendita ai sauditi

Al contempo, però, la mossa di Trump è apparsa chiara: dichiarare l'emergenza per scavalcare il consenso di Capitol Hill e accelerare la vendita a emirati e sauditi, per un valore complessivo di 8,1 miliardi di dollari. Vendite che, ha spiegato Pompeo, “supporteranno i nostri alleati, miglioreranno la stabilità del Medio Oriente e aiuteranno queste nazioni a dissuadere e difendersi dalla Repubblica islamica dell'Iran”. Quella stessa emergenza che ha provocato il dissenso di Zarif, che la taccia di inesistenza. A ogni modo, almeno per ora la situazione resta invariata: “Abbiamo stabilito – riferisce la Cnn citando le parole di Pompeo – che esiste un'emergenza che richiede la vendita immediata degli articoli della difesa e dei servizi di difesa” all'Arabia Saudita, agli Emirati Arabi Uniti e alla Giordania, “al fine di scoraggiare ulteriormente l'influenza maligna di il governo dell'Iran in tutta la regione mediorientale”. Quello stesso equilibrio che l'Iran accusa gli Usa di voler rompere.