Rifugiati, Trump usa il pugno di ferro: stop di 120 giorni agli arrivi

Donald Trump opera un deciso giro di vite sul fronte dell’immigrazione verso gli Stati Uniti e firma un nuovo ordine esecutivo che sospende per 120 giorni il programma di ammissione di tutti i rifugiati e fino a ulteriore comunicazione l’ingresso di quelli siriani. Per questi ultimi il presidente Usa ha chiesto al Pentagono e al Dipartimento di Stato di creare “safe zone” dentro e intorno alla Siria. “L’ingresso di cittadini siriani – ha scritto Trump nell’ordine – è dannoso per l’interesse del Paese”. Stop per tre mesi anche nei confronti dei residenti in Libia, Iran, Iraq, Somalia, Sudan, Yemen. Il tutto è finalizzato a scongiurare l’arrivo in America di potenziali terroristi.

Sospeso il rinnovo dei visti

Sospesa con effetto immediata anche il programma Visa interview waiver, che consentiva ai cittadini stranieri titolati di chiedere il rinnovo del visto senza affrontare il colloquio personale con le autorità diplomatiche Usa.

Perseguitati religiosi

Decorsi i 120 giorni di sospensione l’ordine esecutivo del presidente americano prevede di dare priorità a quelli appartenenti a minoranze perseguitate per motivi religiosi. Secondo il provvedimento, le autorità locali e statali dovrebbero avere un ruolo nel decidere se i rifugiati si possano insediare. Scenderà così a 50 mila il numero di rifugiati che gli Stati Uniti accoglieranno in tutto il 2017.

Cuore spezzato

“Mi si spezza il cuore nel vedere che oggi il presidente Trump chiude la porta ai bambini, alle madri e ai padri che fuggono dalla violenza e dalla guerra – ha commentato su Facebook il premio Nobel per la pace 2014, Malala Yousafzai – Mi si spezza il cuore nel vedere che l’America volta le spalle a una storia gloriosa di accoglienza dei rifugiati e degli immigrati: la gente che ha aiutato a costruire il suo Paese, pronta a lavorare duramente in cambio di una equa opportunità a una nuova vita. Mi si spezza il cuore nel vedere che i bambini rifugiati siriani, che hanno sofferto sei anni di guerra e non hanno alcuna colpa, sono soggetti a discriminazione“.

Il muro col Messico

Trump, insomma, vuole mantenere subito le promesse elettorali sul fronte della sicurezza. In precedenza aveva confermato l’intenzione di completare la costruzione del muro al confine con il Messico. Un progetto bocciato dalla gran parte della comunità internazionale. Agli allarmi lanciati dai principali leader mondiali si è unito anche quello del presidente iraniano Hassan Rohani: “Oggi è tempo di riconciliazione e convivenza, non di erigere muri tra le nazioni” ha detto in occasione del 17esimo convegno della Federazione mondiale delle associazioni delle guide turistiche (Wftga). “A quanto pare è stata dimenticata la caduta, anni fa, del muro di Berlino – ha continuato Rohani – se ci sono delle pareti tra le nazioni dovrebbero essere demolite”.