Ricorso respinto, Lula resta in carcere

Dai giudici brasiliani arriva un altro “no”: Luiz Inacio Lula da Silva, ex presidente del Brasile, non potrà correre alle presidenziali, in arrivo per decidere chi sarà il successore di Michel Temer al Planalto di Brasilia. Gli avvocati del leader del Partito dei lavoratori hanno presentato l'ennesimo ricorso per convincere la magistratura a ridurre perlomeno la pena in modo da consentire a Lula di essere uno dei candidati alle elezioni presidenziali, ricevendo un nuovo puntuale rifiuto. Lula resta in carcere (dove sta scontando 12 anni per corruzione, con sentenza passata per due gradi di giudizio) e il suo nome non sarà nelle lsite elettorali di una campagna mai così incerta.

La visita di D'Alema

Non è servito nemmeno arrivare alla scadenza dell'orario previsto per il pronunciamento dei giudici (i quali sono stati interpellati, come riportato dall'Angencia Brasil, attraverso le cosiddette plenarie virtuali online), poiché 5 ore prima in 7 avevano già dato parere contrario, con il solo Marco Aurelio Mello a dare l'ok per l'allentamento della pena e la candidatura di Lula che, a ogni modo, continuerà a far pressione affinché gli sia riconosciuto il diritto a correre per Planalto. Intanto, nel carcere di Curitiba l'ex presidente ha ricevuto la visita dell'ex premier italiano Massimo D'Alema (uno dei politici che si è recato da Lula) dicendo di aver “incontrato Lula come quando era presidente, con lo stesso spirito, lo stesso valore e la stessa voglia di servire il popolo brasiliano”.

Sondaggi

Intanto, i sondaggi continuano a dare in testa il leader della Destra, Jair Bolsonaro (il politico accoltellato durante un comizio, ancora convalescente dopo l'operazione d'urgenza di un paio di giorni fa causta da una ricaduta), ancora avanti con il 26% (crescita del 2% rispetto al sondaggio scorso); seguono Fernando Haddad, l'erede di Lula candidato dal Partito dei Lavoratori (Pt), e il laburista Ciro Gomes, in corsa per la chance di un ballottaggio contro il candidato di estrema destra. E, con le statistiche in impennata per l'uomo del Pt (+4%), trend opposto per Geraldo Alckmin, del Partito Social Democratico (Psd, centrodestra), che crolla al 9%. Ancora peggio per Marina Silva, ferma all'8%: dati significativi sulla variabilità dei fattori in campo, considerando che solo pochi giorni fa entrambi erano dati addirittura in pareggio con Haddad e Gomes.