Riaperto l'aeroporto di Bali

Adue giorni dalla chiusura causata dalle eruzioni dell'Agung l'aeroporto di Bali ha riaperto i battenti. Un portavoce dello scalo ha spiegato che la cenere del vulcano ha raggiunto i 7.600 metri di altezza e si sta spostando verso sud e sud-est lasciando un'area libera per il decollo e l'atterraggio degli aerei. L'emergenza, tuttavia, non è ancora rientrata. Il presidente indonesiano Joko Widodo ha rivolto un appello a “chiunque si trovi ancora nella zona a rischio vicino al Monte Agung di andarsene immediatamente“.

Emergenza

L'Agung (alto poco più di 3mila metri), che già a settembre aveva dato segnali di essere pronto a un'eruzione con centinaia di tremori al giorno, dallo scorso fine settimana sta sputando ceneri grigie che sono salite fino a 9 mila metri, con esplosioni sentite fino a 12 chilometri di distanza. L'agenzia indonesiana per la gestione dei disastri naturali ha alzato nei giorni scorsi il livello di allerta al massimo: la crescente presenza di una tinta rossastra nella cenere è stato interpretato come il possibile segno premonitore di un'eruzione devastante. Temendo un'escalation, la zona da evacuare è stata estesa a un raggio di 10 chilometri dal vulcano, coinvolgendo così 22 villaggi e circa 100mila persone in un'area relativamente poco sfruttata dal turismo.Un'emergenza prolungata, specie se coinvolgesse il periodo della vacanze natalizie, provocherebbe seri danni all'economia di Bali, che conta sul turismo per il 20 per cento dei suoi introiti.

Il precedente

L'ultima eruzione dell'Agung risale al 1963. All'epoca, il monte sputò lava per un anno, tanto che la cenere raggiunse addirittura la capitale indonesiana Giakarta, mille chilometri a nord-ovest. I morti furono 1.100. L'Agung è uno dei quattro vulcani di Bali e degli oltre 120 in Indonesia. L'intero arcipelago si sviluppa lungo la “Cintura di fuoco” che abbraccia l'Oceano Pacifico, ed è così teatro di frequenti terremoti ed eruzioni vulcaniche.