Repubblica Centrafricana: l’Onu denuncia nuove violazioni dei diritti umani

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Da agosto in poi nella Repubblica Centrafricana è stato registrato una “allarmante crescita” della violazione dei diritti umani e almeno 100 persone sono state uccise. La denuncia arriva da Minusca, cioè la missione Onu di peacekeeping che opera nel Paese.

Secondo il report gli abusi sono stati perpetrati da tutte le fazioni in lotta nella guerra civile scoppiata nel 2013. Si tratta degli ex-Seleka (i ribelli), degli anti-Balaka (le milizie) e dei loro affiliati. Il dossier arriva a due settimane dall’invito a “fermare immediatamente la violenza” dell’ex segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon.

Il conflitto in Centrafrica è iniziato con il colpo di Stato che ha portato al rovesciamento dell’ex presidente, il cristiano Francois Bozize, da parte delle milizie islamiche Seleka. Come reazione al golpe sono nati i gruppi anti-Balaka. Si tratta di vigilantes che hanno l’obiettivo di colpire i musulmani.

La situazione ha costretto la Francia a intervenire nell’ex colonia per cercare di porre un argine alle violenze. La missione di pace, iniziata nel 2013, si è conclusa formalmente lo scorso mese. Parigi l’ha ritenuta un successo, ma, nei fatti, i combattimenti non sono ancora terminati. A presidiare il territorio ora ci sono solo i 12.500 uomini di Minusca. Il loro compito è quello di proteggere i civili dai gruppi armati.

 

Le Nazioni Unite sono preoccupate, in particolare, dalla situazione riguardante la sicurezza e i diritti umani. Il rapporto documenta 1.301 abusi subiti da almeno 2.473 persone, il 70% dei quali si è verificato tra il settembre 2014 e il maggio 2015. L’enunciazione di queste violenze fa rabbrividire: esecuzioni sommarie, trattamenti disumani o umilianti, stupri, detenzioni e limitazioni della libertà di movimento e espropriazioni di beni.

Tra le vittime Minusca ha contato 203 minori. Almeno 46 bambini hanno subito stupri o altre forme di violenza sessuale. Il report esorta Bangui a colpire i responsabili di queste atrocità. potendo contare sul sostegno della comunità internazionale.