Regno Unito, Theresa May non molla: “Voglio restare premier a lungo”

Theresa May punta a restare premier “a lungo termine” e dice di non essere “una che molla”. Le sue dichiarazioni alla Bbc in Giappone vengono riprese dai principali quotidiani del Regno Unito. La leader conservatrice, almeno a parole, intende guidare il partito alle prossime elezioni nonostante il recente insuccesso alle urne nel voto anticipato. Il Labour la attacca, definendo “deliranti” le sue dichiarazioni.

Solo la scorsa settimana erano state diffuse voci sul fatto che May avrebbe lasciato la guida del governo il 30 agosto 2019, dopo aver concluso le trattative sulla Brexit e condotto il Paese fuori dall’Unione. Ma Downing Street aveva seccamente smentito, bollando il tutto come “sciocchezze“. Due mesi fa in un’intervista al Sun la premier si era rifiutata di rispondere alla domanda in cui le si chiedeva se sarebbe rimasta alla guida del partito fino alle prossime elezioni. La sua ultima dichiarazione, si legge sui media del Regno, appare come una sorpresa per i suoi stessi deputati. Subito dopo l’insuccesso elettorale di giugno infatti era iniziato un “toto-successione” in cui si erano fatti diversi nomi di possibili nuovi leader conservatori.

Il destino di May è, in ogni caso, legato ai negoziati sulla Brexit. Un evento dalla portata storica che produrrà conseguenze imprevedibili nel Regno Unito, specie da un punto di vista economico. Secondo una ricerca pubblicata condotta dalla società di consulenza Kpmg, un milione di cittadini Ue starebbero pensando di lasciare la Gran Bretagna dopo l’uscita dall’Unione europea. Lo studio ha messo in luce il pericolo di una vera e propria “fuga di cervelli”. La maggior parte delle persone che stanno pensando o già progettano di fare i bagagli è, infatti, altamente specializzata, in possesso di diploma di laurea e dottorato. Una perdita di “talenti”, la definisce la stampa britannica, che rischia di danneggiare in particolare i settori dell’ingegneria, dell’informatica, edile, finanziario e legale. “Indipendente, molto richiesto, ben istruito e giovane” è il cittadino europeo tipo che si appresta a partire dopo la Brexit, secondo il sondaggio, e sul quale molte azienda britanniche hanno puntato in questi anni. La ragione principale è da ricercare nel fatto che si sentono “meno benvenuti e apprezzati“.