Razzi Usa contro la Siria, “Colpita la base della strage di Idlib”, Putin: “Aggredito uno Stato sovrano”

Gli Stati Uniti non hanno atteso che si facesse luce sulle responsabilità per i raid con armi chimiche nella regione di Idlib e alle 20.45 ora di Washington (le 03.45 a Damasco) su ordine del presidente Donald Trump hanno sferrato un attacco missilistico contro la Siria.

L’attacco

Cinquantanove razzi Tomahawk sono stati lanciati da due cacciatorpediniere Usa nel Mediterraneo orientale, contro la base aerea di Shayrat, nel centro del Paese: la stessa da cui secondo fonti di intelligence sarebbero partiti i jet che martedì hanno scaricato agenti chimici sulla provincia di Idlib, fatali per oltre 70 persone tra cui almeno 30 bambini. Le immagini di quella ennesima sofferenza sono tornate in poche ore ad acuire la lunga crisi siriana, sono arrivate al presidente Trump determinando prima un cambiamento di tono del commander in chief, fino alla decisione di agire presa nella giornata di giovedì stando ai suoi più stretti collaboratori. Perché “nessun bambino dovrebbe soffrire” come hanno sofferto quelli siriani, ha detto il presidente americano parlando brevemente alla nazione solo dopo l’attacco, da Mar-a-lago in Florida, poco dopo aver accolto il presidente cinese Xi Jinping.

La decisione

“Oggi ho ordinato un attacco militare mirato contro la base in Siria da cui è stato lanciato l’attacco chimico – ha detto il presidente Usa -. E’ nel vitale interesse della sicurezza nazionale degli Stati Uniti evitare e impedire l’uso di letali armi chimiche“. Poi un appello al mondo, ai “Paesi civilizzati”, affinché si uniscano agli Usa per “mettere fine al massacro e al bagno di sangue” in Siria. E l’affondo per gli “anni di tentativi falliti nel cambiare il comportamento di Assad”. E’ il consigliere per la sicurezza nazionale H.R. McMaster a confermare poi che l’escalation per il comandante in capo era stata innescata proprio dall’attacco di martedì scorso, in risposta del quale gli erano state presentate tre opzioni: Trump ha dapprima indicato di focalizzarsi su due di queste, ha poi preso la sua decisione finale nella giornata di ieri. Quindi l’azione e senza preavviso pubblico.

Russia avvertita

Il Pentagono assicura che alcuni Paesi erano stati avvertiti, anche la Russia attraverso i regolari canali militari. Anche il personale russo presente presso la base colpita – stando a quanto emerge – era stato avvertito, con lo scopo di evitare vittime collaterali. Però gli Stati Uniti hanno agito da soli. E alla Russia hanno lanciato un messaggio forte. A scandirlo ci ha pensato il segretario di Stato americano Rex Tillerson, nel sottolineare che Mosca ha “fallito nell’efficacia” di evitare un attacco chimico in Siria, come invece “promesso” nel 2013, quando la linea rossa tracciata dall’allora presidente Barack Obama si “dissolse” anche in seguito al dichiarato impegno della Russia di monitorare sulla distruzione dell’arsenale chimico di Assad.

Mosca infuriata

La reazione di Mosca non si è fatta attendere: secondo il presidente Vladimir Putin, Washington ha compiuto “un atto di aggressione contro uno Stato sovrano“, che comporterà “un danno notevole ai rapporti tra Usa e Russia, già in uno stato deplorevole“. Secondo Mosca e Damasco, inoltre, l’attacco mina la lotta al terrorismo e favorirà l’Isis, perché ha colpito la base da cui partivano le azioni contro il sedicente Stato islamico. La Russia – secondo cui l’attacco era stato “deciso prima del raid su Idlib di martedi” – chiede inoltre una riunione urgente del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Anche l’Iran ha condannato l’attacco americano parlando di “pericolosa azione unilaterale“. “Pieno sostegno” alla decisione di Trump è invece arrivato dal premier israeliano Benyamin Netanyahu, avvertito prima dell’attacco: “Un messaggio chiaro e forte contro l’uso delle armi chimiche”. Per la Turchia si tratta di “un importante sviluppo” che deve essere “completato”. Plaude anche l’Arabia Saudita. Prima di agire, gli Stati Uniti hanno avvertito la Nato e gli alleati europei, tra cui l’Alto Rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini, che “si sta coordinando con gli Stati membri”. Nella notte è stata in contatto telefonico con il premier italiano Paolo Gentiloni. Londra parla di “risposta adeguata al barbaro attacco”, e per Parigi i raid “vanno nella giusta direzione”. Ribelli e opposizione siriana auspicano inoltre che i raid siano “un punto di svolta” per porre fine alla guerra e alle atrocità compiute da Assad.