Raul Castro avverte gli Usa: “Cuba resta comunista”

Il disgelo tra Cuba e gli Stati Uniti è entrato di diritto nella storia delle relazioni diplomatiche internazionali. Ma non tutti  approvano la svolta. In questi giorni politici e attivisti cubani sono scesi in strada a Miami per protestare. Assieme ad essi ci sono anche gli esuli provenienti dallo Stato guidato da Raul Castro e che ora vivono negli Usa. “L’opposizione continuerà a lottare,con o senza Barack Obama” ha detto Jorge Luis Garcia Perez, noto come “Antunez”. Chi ha dovuto lasciare il suo Paese per le proprie idee non può condividere il riallaccio delle relazioni da parte degli Stati Uniti. Nel mirino dei manifestanti c’è il presidente americano definito “un traditore”.

Nel frattempo Raul Castro ha chiarito alcuni punti del nuovo dialogo con Washington. Nell’accordo non rientra la trasformazione di Cuba in una democrazia. “Così come non abbiamo mai chiesto che gli Stati Uniti cambino il loro sistema politico, chiediamo rispetto per il nostro” ha detto il fratello di Fidel “Cuba non rinuncerà ai suoi principi comunisti”. Nei confronti di Obama c’è gratitudine per la decisione di scarcerare tre cittadini cubani. Raul ha anche ricordato che, in ogni caso, l’embargo nei confronti dell’isola resta in vigore, specie per quanto riguarda le transazioni economiche internazionali. “Il disgelo è un passo importante – ha dichiarato il presidente – è stato fatto, ma la cosa essenziale resta: la fine del blocco economico, commerciale e finanziario contro Cuba, che negli ultimi anni è cresciuto in particolare in relazione alle transazioni finanziarie”.