Quel tesoro sommerso nel mare giapponese

Oltre 16 milioni di tonnellate di terre rare, sufficienti a soddisfare per secoli il consumo globale nel settore dell'innovazione, sono state scoperte nelle acque del Giappone. Un tesoro che potrebbe consentire a Tokyo di strapparea Pechino il dominio in quest'ambito. 

Estrazione

I tecnici locali hanno anche già messo a punto una tecnologia per estrarre le risorse in modo efficiente. La notizia, pubblicata sulla rivista britannica Scientific Reports  ha fatto volare le azioni di società minerarie e costruttori di macchine del Paese asiatico. In particolare dopo la pubblicazione del rapporto le azioni delle aziende con piattaforme galleggianti, Modec e Mitsui Mining and Smelting, integrate in un consorzio che studia le tecnologie per estrarre le preziose risorse, sono salite in Borsa rispettivamente del 7,74% e del 2,26%.

Risorse

E' la prima volta che viene quantificato il volume di queste riserve scoperte sul fondo del mare nei pressi dell'isola di Minami Torishima (circa 1.900 chilometri a sud-est di Tokyo) nel 2012; ma allora, data la profondita' (piu' di 5 chilometri), sembrava impossibile sfruttarle commercialmente. Il team di ricerca, guidato dai professori Yasuhiro Kato, Università di Tokyo, e Yutaro Takaya, di Waseda, ha progettato un sistema che permette di estrarre le risorse che potrebbero cambiare l'economia del Giappone. Le analisi fatte hanno rivelato che c'è abbastanza materia per coprire 730 anni di domanda globale di disprosio, un elemento usato nei magneti per veicoli ibridi, e l'equivalente di 780 anni di applicazioni per l'ittrio, utilizzato nei laser. Inoltre, c'è anche un volume equivalente a 620 anni di fornitura di europio e terbio 420, utilizzati nei composti fluorescenti e nelle celle a idrogeno.