Presidenziali francesi, Penelope Fillon rompe il silenzio: “Mio marito deve andare avanti”

In una campagna elettorale avvelenata da scandali e inchieste giudiziarie, dopo un mese di silenzio, Penelope Fillon, protagonista della vicenda che rischia di affossare la candidatura dell’alfiere della destra francese Francois Fillon, ha deciso di rompere il silenzio e ha concesso la prima intervista a Le Journal du Dimanche. Penelope dichiara di aver detto al marito di andare avanti, fino in fondo: “Soltanto lui può diventare presidente, resistere a tutto questo è una prova di incredibile coraggio”. Oggi è attesa la manifestazione di sostegno al candidato al Trocadero, domani è stato convocato un comitato politico dei Republicains che dovrebbe tentare di destituirlo.

Ma nonostante gli attestati di stima della moglie, Fillon appare sempre più isolato, scaricato non solo da fedelissimi come Thierry Soler, portavoce della sua campagna elettorale, ma dallo stesso popolo che gli aveva permesso di trionfare alle primarie con più di 4 milioni di preferenze. Lo stesso domenicale francese che intervista Penelope pubblica un sondaggio Ifop secondo il quale è ormai il 71% dei francesi a non voler più una candidatura di Fillon all’Eliseo, mentre il 28% vorrebbe che resistesse.

Penelope Fillon, al centro dello scandalo per gli incarichi presunti fittizi che ha ricoperto in Parlamento per il marito, che il prossimo 15 marzo sarà ascoltato dalla Procura, sostiene di aver svolto per lui e per il deputato che lo sostituì, Mac Joulaud, “compiti molto diversi fra loro”: “mi occupavo della corrispondenza insieme con la segretaria, preparavo per lui appunti e schede sulle manifestazioni locali nella nostra circoscrizione, che poi potesse utilizzare nei suoi discorsi. Gli facevo anche una specie di rassegna stampa locale. Lo rappresentavo in alcune occasioni a certe manifestazioni, rileggevo i suoi discorsi”. Alla domanda sul perché avesse detto in una delle sue rare interviste degli anni passati che non si occupava di politica, risponde: “non ritenevo fosse politica, lavoravo per mio marito e per gli abitanti della Sarthe”. “Io – dice Penelope, di nazionalità britannica – ci sono, ci sono sempre stata e sempre ci sarò. Sto con Francois da 36 anni e ci resterò tutto il tempo che ci rimane da vivere”. Secondo lei, nonostante tutto, il marito deve andare avanti: “Soltanto lui può diventare presidente. Essere in grado di resistere a tutto questo è una prova di incredibile coraggio. E’ l’unico candidato che abbia l’esperienza, la visione, il progetto e la determinazione necessaria per dirigere la Francia”.

E invece il partito continua a chiedergli un passo indietro. Secondo uno degli ultimi sondaggi, Fillon non riuscirebbe neppure ad arrivare al ballottaggio, superato sia dal giovane ex ministro dell’economia Emmanuel Macron, rappresentante di una sinistra fuori dagli schemi che recupera consensi con il suo movimento En Marche, sia dalla leader del Front National Marine Le Pen. Ben diversa sarebbe la situazione con una candidatura di Alain Juppé, ex primo ministro e fondatore dell’Ump, attuale sindaco di Bordeaux, accreditato addirittura di un successo anche al ballottaggio.