Polemiche e denunce: è caos

Caos politico in Pakistan il giorno dopo le elezioni, con quasi tutti i partiti che denunciano brogli e si rifiutano di accettare i risultati dello spoglio, ancora in corso. Solo il Movimento per la giustizia del Pakistan, Tehreek Insaf (Pti), guidato dall'ex capitano della nazionale di cricket, Imran Khan, celebra l'esito delle urne.

Polemiche

Secondo i primi risultati, non ancora ufficiali, la sua lista sarebbe in testa con 113 seggi dell'Assemblea nazionale (per avere la maggioranza ne servono 137). Segue il partito di governo uscente della Lega musulmana pakistanza-Nawaz (Pml-N) con 64 seggi. La forza politica dell'ex premier Nawaz Sharif, ora agli arresti per corruzione, ha parlato di “brogli evidenti” e ha promesso di usare “tutte le opzioni politiche e legali per rimediare agli eclatanti eccessi”. “Ciò che hanno fatto oggi ha respinto il Pakistan indietro di 30 anni, la gente non lo sopporterà”, ha tuonato il leader del partito Shahbaz Sharif, fratello dell'ex premier in carcere Nawaz. 
Altre importanti partiti hanno parlato di presunti frodi, incluso il Pakistanpeoples party (Ppp), un tempo dominante, con il presidente Bilawal Bhutto Zardari che ha fatto eco alla dichiarazione di Sharif denunciando che i rappresentanti del partito sarebbero stati esclusi dal monitoraggio del conteggio, twittando che la situazione era “imperdonabile e oltraggiosa”.

Accuse respinte

La Commissione elettorale però respinge tutte le accuse, imputando i ritardi nello spoglio al nuovo software utilizzato per il voto. “Queste elezioni sono state al cento per cento eque e trasparenti“, ha affermato il commissario per le elezioni politiche, Sardar Muhammad Raza.