Penelopegate: Fillon indagato per appropriazione indebita e abuso di beni sociali

Appropriazione indebita di fondi pubblici, abuso di beni sociali, complicità e occultamento di questi reati e violazione degli obblighi di comunicazione all’Altà autorità in materia di trasparenza nella vita pubblica. Sono questi i reati per cui è indagato il candidato della destra, Francois Fillon, in relazione all’inchiesta – soprannominata Penelopegate (dal nome della moglie, ndr) – sugli impieghi fittizi che riguarda la moglie Penelope e i suoi due figli.

L’interrogatorio

Dopo mesi di polemiche, il candidato dei Repubblicani alle elezioni presidenziali francesi, è stato iscritto nel registro degli indagati. Fillon era stato convocato dai giudici francesi per il 15 marzo, ma alla fine è stato ascoltato con 24 ore di anticipo ma, come spiegato dal suo avvocato Antonin Levy, “l’audizione è stata anticipata perché si potesse svolgere in condizioni di serenità”. Alla fine dell’interrogatorio – “svoltosi nella massima discrezione”, come riferito dal suo legale – è stato indagato per diversi reati, soltanto l’accusa di “traffico di influenza” non è stata mantenuta.

Il cosiddetto “Penelopegate”

Negli ultimi mesi, il candidato dei Repubblicani è finito nell’occhio del ciclone in riferimento alle accuse di lavori fittizi in Parlamento che riguarda la moglie Penelope, da qui il nome dell’inchiesta “Penelopegate”. E mentre Fillon cerca di difendersi in tutti i modi, nuovi elementi si aggiungono all’ichiesta giudiziaria, indebolendo sempre di più il candidato dei Republicains. Oltre all’accusa di impieghi fittizi a moglie e figli, gli inquirenti indagano sul titolo di Grande ufficiale della Legion d’Onore attribuita dall’ex premier a Marc Ladreit de Lacharrière, il miliardario proprietario della “Revue des Deux Mondes” che l’anno dopo dopo assunse la moglie Penelope con uno stipendio di 5.000 euro al mese. Inoltre, sempre secondo Le Monde, uno dei figli, assistente parlamentare al Senato, lavorò per la campagna presidenziale del 2007 di Nicolas Sarkozy.