Pakistan, attentato contro un leader politico a Karachi: 3 morti

E’ stata una mattinata di sangue a Karachi, città dell’area meridionale del Pakistan, dove un commando composto da un numero imprecisato di killer ha tentato di uccidere un noto personaggio politico mentre usciva dalla moschea. L’obiettivo degli attentatori, Khawaja Izharul Hassan, leader del partito Muttahida qaumi movement (Mqm), movimento di opposizione nel parlamento della provincia di Sindh, è riuscito a scampare al fuoco aperto contro di lui ma, nella sparatoria che è seguita, hanno perso la vita un agente di polizia, un membro del commando e un passante, identificato come molto giovane. Secondo quanto riferito da fonti locali, il gruppo di assalitori aveva indosso divise della polizia e, dopo aver sbarrato la strada nei pressi dell’edificio nel quale Hassan si trovava, ha iniziato a sparare nei confronti del politico non appena questi ha lasciato la moschea.

La condanna di Abbasi

Hassan aveva poco prima incontrato un gruppo di suoi elettori con cui aveva offerto le preghiere per l’Eid al Adha e, come spiegato dalle emittenti pakistane, è uscito incolume dalla sparatoria che, oltre alle tre vittime, ha causato anche il ferimento di quattro persone. Stando a quanto riportato finora, il civile vittima della sparatoria sarebbe un bambino, o comunque una giovane persona. Nel frattempo, saputo di quanto accaduto a Karachi, il primo ministro del Pakistan, Shahid Khaqan Abbasi, ha condannato l’attacco operato dal commando, esprimendo dolore per l’agente e il giovani passante rimasti uccisi. Abbasi ha immediatamente richiesto una relazione dettagliata su quanto accaduto alle autorità interessate.

Quattro killer a Karachi

Nonostante non siano ancora arrivate conferme ufficiali, secondo quanto affermato dai testimoni alle testate locali i killer erano quattro, arrivati a bordo di motociclette e con indosso dei caschi che li rendevano invisibili in volto. Anche il ministro dell’Interno pakistano, Ahsan Iqbal, ha condannato l’attentato a Khawaja Izhar Hassan, esprimendo anch’egli dolore per le vite perdute nell’attacco.