Ortega Diaz denuncia Maduro alla Corte de L'Aia

Il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, è stato denunciato alla Corte penale internazionale (Cpi) dell'Aja da Luisa Ortega Diaz, procuratrice generale bandita dall'Assemblea costituente di Caracas proprio dal leader del governo. Ad annunciarlo, attraverso un video registrato davanti alla sede della Cpi, è stata la stessa Ortega la quale ha spiegato che Maduro e i suoi collaboratori hanno commesso numerosi crimini quali l'omicidio e la tortura, mettendo in atto “un attacco generalizzato e sistematico contro la popolazione civile”. Assieme alla denuncia, l'ex procuratrice ha richiesto un mandato d'arresto nei confronti del presidente venezuelano, formulata dopo la consegna di oltre mille elementi probatori posti a sostegno. Secondo Ortega Diaz, sarebbe necessario “ricorrere a questa istanza internazionale perché in Venezuela non c'è giustizia” ed è “del tutto impossibile imporre sanzioni ai responsabili di questi crimini”.

Ortega: “Maduro e il suo governo devono pagare”

Uscendo dalla Corte, la procuratrice (la cui dismissione è stata disconosciuta dalla maggior parte dei Paesi del Sud America) ha ribadito la sua versione secondo la quale “Nicolás Maduro e il suo governo devono pagare per questi crimini contro l'umanità”, oltre a dover rendere conto alla giustizia “per la fame, la miseria, le avversità a cui è sottoposto il popolo venezuelano”. Secondo quanto riportato dai media internazionali, alla Corte penale internazionale Luisa Ortega Diaz avrebbe consegnato più di mille, tra cui rapporti forensi, interviste ai testimoni e testimonianze di esperti che collegherebbero le forze di sicurezza a non meno di 8 mila omicidi, i quali sarebbero stati compiuti a partire dal 2015.

L'esilio della procuratrice

L'allontanamento della ex procuratrice dal Venezuela risale all'agosto scorso, subito dopo la sua rimozione dall'incarico decisa da Maduro e dai suoi fedelissimi della nuova Assemblea costituente: un atto che, per legge, sarebbe spettato all'Assemblea nazionale. Anche per questo, oltre ai suddetti Paesi dell'America del Sud, anche gli Stati Uniti hanno mancato di riconoscere quanto decretato dal governo venezuelano nei confronti di Ortega, la quale si è da quel momento segnalata per una ferrea campagna contro il presidente, incentrata su ripetute denunce di violazione dei diritti umani e sulla corruzione che riguarderebbe anche alti funzionari. Nel corso delle giornate di disordine anti-governativo che il Venezuela ha vissuto nei mesi scorsi, sono state oltre 120 le persone rimaste uccise, mentre centinaia sono state incarcerate. Una politica di repressione, quella del governo Maduro, duramente criticata dai governi stranieri e anche dalle Nazioni Unite.