Opposizione esclusa dalle presidenziali

L'opposizione venezuelana è fuori dai giochi per le prossime elezioni presidenziali e accusa la Corte suprema di averla, di fatto, esclusa. Ritardando la registrazione dei partiti di sei mesi i giudici della massima istanza giurisdizionale del Paese hanno, infatti, impedito alle forze politiche del “Tavolo dell'Unione democratica” di potersi reiscrivere dopo che la stessa Corte aveva bocciato la legittimità della coalizione perché i partiti che la componevano non si erano ancora registrati. 

Critiche

La reazione dell'Europa è affidata per il momento alla sola Francia: “Decidendo di escludere il Mud, le autorità venezuelane hanno nuovamente minato la correttezza di queste elezioni, dopo aver cambiato il calendario elettorale senza concertazione con l'opposizione”, ha sottolineato una nota del ministero francese degli Esteri.

Regime

La settimana scorsa le autorità avevano annunciato che le elezioni presidenziali, inizialmente previste per dicembre, si terranno entro il 30 aprile; sarà dunque impossibile per i partiti registrarsi presso la commissione elettorale. La mossa della Corte Suprema sgombera di fatto la strada alla rielezione del presidente Maduro, nel mirino, l'anno scorso, di violenti proteste popolari dovute alle condizioni critiche in cui versa l'economia del paese. Contro il regime di Caracas si è già espresso fin dalla sua elezione il presidente francese, Emmanuel Macron: in un discorso, lo scorso agosto, aveva parlato di “una dittatura che sta cercando di sopravvivere a un costo umanitario senza precedenti“.

Ambasciatore espulso

Nella giornata di oggi è anche arrivata la “ferma condanna” dell'Unione europea per la decisione del Venezuela di dichiarare “persona non grata” l'ambasciatore spagnolo a Caracas. “Esprimiamo la nostra solidarietà alla Spagna e facciamo appello affinché la decisione del Venezuela venga annullata – ha detto una portavoce della Commissione durante il briefing con la stampa a Bruxelles, rispondendo alle domande dei giornalisti. – in quanto è necessario che tutti i canali diplomatici restino aperti“. Prima dell'ambasciatore spagnolo erano stati espulsi quelli del Brasile e del Canada.