Omicidio Regeni. Al Sisi: “Pronti a portare responsabili davanti alla giustizia”

L’Egitto “è determinato a portare davanti alla giustizia i responsabili”dell’omicidio del ricercatore italiano Giulio Regeni. Lo ha detto il presidente egiziano, Abdel Fatah al Sisi, durante l’incontro con il presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni, avvenuto a margine dell’Assemblea generale dell’Onu a New York. Lo riporta Agenzia Nova.

Soddisfazione per la ripresa delle relazioni Italia-Egitto

Il capo dello Stato egiziano – si legge ancora sul sito dell’agenzia – ha espresso soddisfazione per la ripresa delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi, sottolineando che il Cairo è determinato a raggiungere la verità sul caso Regeni.

Le parole di al Sisi

“Il presidente ha detto che non dimenticherà il sostegno italiano al popolo egiziano e intende sviluppare i rapporti bilaterali in tutti i campi della politica e dell’economia”, ha detto il portavoce di al Sisi, Alaa Youssef. Gentiloni, da parte sua, ha confermato la volontà dell’Italia di rafforzare la cooperazione con l’Egitto a tutti i livelli.

L’impegno dell’Italia

“Il ritorno degli ambasciatori di entrambi i Paesi arriva nel contesto di una ripresa della cooperazione bilaterale“, ha detto Gentiloni, confermando che l’Italia intende coordinarsi e consultarsi con l’Egitto nella lotta a tutte le sfide comuni, in particolare il terrorismo.

Secondo fonti presenti all’incontro di New York raccolte da RaiNews, è un impegno preciso dell’Italia quello di continuare, anche attraverso l’azione dell’ambasciata italiana in Egitto, a mantenere viva la memoria della figura di Giulio Regeni.

La denuncia di un legale di Regeni

Ieri Il Fatto Quotidiano ha riportato le denunce di Mohammed Lotfy, direttore della Egyptian Commission for Rights and Freedom, l’organizzazione che rappresenta legalmente in Egitto la famiglia di Regeni.

“Questo pomeriggio – ha detto Lotfy – la polizia ha tentato di chiudere e mettere sotto sigillo il nostro ufficio. Avevano l’ordine di chiudere la nostra associazione”.

“La chiusura è stata evitata per un cavillo legale – aggiunge – l’ordine sarebbe stato valido se fossimo stati un’organizzazione non governativa ma la nostra organizzazione è registrata allo stesso tempo sia come una società di avvocati sia come compagnia privata. Gli agenti sono andati via, ma torneranno la prossima settimana”.