Omicidio Kuciak, confessa un sospetto

Ha confessato Miroslav Marcek, uno dei cinque sospetti identificati nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio del reporter Jan Kuciak e della sua fidanzata, Martina Kusnirova. Si tratta di un ex militare che, secondo quanto da lui stesso rivelato al termine di cinque ore di interrogatorio, avrebbe sparato contro il giornalista la sera del 21 febbraio 2018, colpendo a morte anche la sua compagna. Cambia così lo scenario di quella serata di sangue di un anno fa: fino a ora, infatti, era stato ipotizzato che Marcek fosse l'uomo alla guida dell'auto che aveva portato i sicari, mentre l'esecutore materiale del duplice omicidio era stato indicato in Tomas Szabo, cugino del reo confesso. Entrambi fanno parte delle cinque persone accusate del delitto: fra queste anche l'imprenditore Marian Kocner, indicato come il mandante ma che, tutt'oggi, nega ogni accusa contestata.

La vicenda

Una vicenda, quella di Jan Kuciak, che presenta ancora molti lati oscuri: lui, 27enne al momento del suo assassinio, e la sua fidanzata sono stati ritrovati privi di vita solo il 25 febbraio. Si trovavano nella loro casa, non lontani da Bratislava, e a chi li trovò apparve subito chiaro come i due fossero stati uccisi con colpi d'arma da fuoco. Le ripercussioni a livello di cittadinanza furono importanti visto che, dopo tre settimane di intense proteste, anche il presidente Robert Fico ne fece le spese, vedendosi costretto a rassegnare le dimissioni. Al momento del suo omicidio, Kuciak stava lavorando a un'inchiesta sulle presunte relazioni fra imprenditori italiani (sospettati di essere connessi alla 'ndrangheta) e alcuni esponenti della politica slovacca. Il suo lavoro, ancora incompleto, era stato poi pubblicato postumo.

La stessa neo-eletta presidente della Repubblica slovacca, Zuzana Caputova, ha rivelato di aver deciso di candidarsi alla presidenza proprio dopo la tragica vicenda di Jan Kuciak. Nei giorni successivi al duplice omicidio, almeno 40 mila persone, nella sola Bratislava, scesero in piazza per protestare contro il governo, oltre che per commemorare i due ragazzi.