OHIO, AGENTE UCCISE UN 12ENNE NERO. PER GLI ESPERTI FU UN “ATTO GIUSTIFICATO”

Fu “giustificata” l’azione del poliziotto di Cleveland, in Ohio, che lo scorso novembre sparò al 12enne afroamericano Tamir Rice, colpendolo a morte mentre agitava una pistola ad aria compressa. Lo hanno stabilito due rapporti redatti da esperti su richiesta degli inquirenti. In entrambi i casi l’uso della forza da parte dell’agente bianco è stata giudicata “ragionevole”, in quanto vi era motivo di percepire il ragazzino come “minaccioso”. I pareri dei due esperti non sono comunque considerati vincolanti o conclusivi mentre la decisione finale, circa l’incriminazione del poliziotto, sarà presa dal Grand Jury – la giuria chiamata a stabilire se le prove raccolte sono sufficienti per iniziare un processo penale nei confronti di una persona – una volta acquisiti e valutati tutti gli atti depositati.

Nel novembre scorso la polizia di Cleveland aveva diffuso un video girato dalle telecamere di sicurezza che mostrava il momento in cui Rice veniva colpito dai due colpi di pistola sparati dall’agente. Rice era morto il giorno dopo in ospedale. In base alla ricostruzione, la polizia aveva raccontato di aver ricevuto alcune telefonate che segnalavano un ragazzino che, in un parco nella periferia ovest della città, spaventava i passanti con una pistola, poi rivelatasi ad aria compressa. I due agenti erano intervenuti ordinando per tre volte a Rice di alzare le mani. Ma il ragazzino si sarebbe rifiutato e avrebbe invece cercato di estrarre la pistola dalla cintura dei pantaloni. Nel video, pubblicato su richiesta della famiglia di Tamir Rice, si vedeva l’auto della polizia avvicinarsi a Rice e, nel giro di due secondi, un agente che gli sparava due volte addosso.