NUOVO ALLARME DELL’FBI: HACKER RUSSI IN AZIONE IN VISTA DELLE ELEZIONI USA

Che gli hacker russi siano in azione in vista delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti ormai è molto di più che un semplice sospetto. Non a caso l’Fbi ha lanciato un’allerta rivolta alle autorità locali affinché potenzino la sicurezza informatica per proteggere i dati elettorali, dopo due nuovi recenti episodi che, stando a fonti d’intelligence americana citate dalla Nbc, mostrano tutti i segni della mano di Mosca.

In questi ultimi casi si tratterebbe di cyber-intrusioni nei registri elettorali di due stati. Nella sua ‘allerta’ l’Fbi non menziona i nomi degli Stati parlandone invece in maniera generica, ma fonti di stampa segnalano i due episodi in Arizona e Illinois, con un portavoce del segretario di Stato in Arizona che conferma come le autorità locali fossero state avvertite il mese scorso dalla Fbi della sospetta violazione, quando emerse che username e password di un funzionario elettorale locale erano circolate online.

Il sistema fu chiuso per diversi giorni e fu verificato che le informazioni dei 3,4 milioni di elettori presenti nel registro non erano state compromesse. Lo stesso Roberts ha sottolineato che, secondo le autorità, l’intrusione in Arizona è stata opera di un hacker russo.

Di recente erano stati sollevati sospetti sulle minacce informatiche e diversi esperti insieme con lo staff della campagna della candidata democratica Hillary Clinton si erano detti convinti del coinvolgimento russo nell’intrusione alla vigilia della convention democratica nel sistema informatico della Comitato Nazionale Democratico.

L’organo organizzatore della kermesse che ha ufficialmente assegnato la nomination ad Hillary Clinton infatti il mese scorso era stato preso di mira con risultati disastrosi per il partito visto che proprio in seguito a quella violazione erano state diffuse e-mail confidenziali da cui sembrava trasparire un comportamento non troppo imparziale da parte di alcuni esponenti del partito a scapito dello sfidante di Hillary, Bernie Sanders. Caso che portò anche alle dimissioni della presidentessa del Comitato Nazionale.

Il corto circuito Clinton-hacker era già evidente nel mailgate che l’ha coinvolta. Clinton è finita sotto inchiesta federale per l’utilizzo di un account privato di posta elettronica dal quale sono transitate comunicazioni “sensibili”. L’agenzia federale ha constatato che oltre 100 e-mail delle 30mila transitate sul server privato dell’allora segretario di Stato contenevano “informazioni classificate”, 22 top-secret. E non è escluso, anzi è possibile, che attori “ostili”» abbiano ottenuto accesso alle mail. Inutile sottolineare che per “ostili” l’agenzia di sicurezza americana intenda “russi”.