Nuovi segnali anomali: forse è il San Juan

Nuovi segnali provenienti dall'Oceano Atlantico meridionale alimentano la speranza di recuperare l'Ara San Juan, il sottomarino argentino scomparso lo scorso 15 novembre con a bordo 44 membri dell'equipaggio. Una tragedia finora spiegata finora solo attraverso alcune ipotesi e che, fino al ritrovamento dello scafo, potrà avere solo parziali risposte: per questo, nonostante la fine di ogni speranza di ritrovare in vita i 43 uomini e l'unica donna (il capitano) a bordo, le ricerche del sottomarino non si sono mai arrestate, setacciando ogni metro quadro plausibile di quella porzione di mare per individuare un segno di qualsiasi tipo che possa consentire di individuarlo e dare una degna sepoltura ai suoi marinai. Un segnale che, forse, è arrivato: la Marina argentina, infatti, ha reso noto di aver “rilevato un nuovo contatto” nei pressi dell'area dove il San Juan ha fatto perdere le proprie tracce.

Il nuovo segnale

Sul posto, al momento, si stanno recando un sommergibile russo comandato a distanza e una sofisticata nave americana, attrezzata per lo scandagliamento del fondale e per il rilevamento di eventuali onde emesse dallo scafo inabissato. Nessuna certezza, ovviamente, che si tratti davvero del San Juan: le ricerche, finora, hanno dato esito totalmente negativo e anche altri segnali, simili a quello individuato quest'oggi, si sono rivelati di diversa natura. La speranza dei familiari dei 44 marinai a bordo di vedersi almeno restituiti dal mare i corpi dei loro cari, però, continua a resistere: per questo, non appena il nuovo segnale (definito, come negli altri casi, “anomalo”) è stato captato, le due imbarcazioni hanno immediatamente fatto rotta verso il luogo indicato con l'augurio che, stavolta, possa davvero trattarsi del sottomarino.

Il disastro

Nella drammatica ricerca dello scafo scomparso, l'Argentina ha ricevuto il supporto di 13 Paesi, compresi gli Stati Uniti e la Russia che, in questo momento, hanno unito le forze per lavorare all'analisi del segnale e degli abissi atlantici indicati dalle coordinate. Del resto, la tragedia del San Juan aveva toccato profondamente l'opinione pubblica, rimasta per giorni con il fiato sospeso in attesa di ricevere, invano, qualche segnale di vita da parte dell'equipaggio. Il recupero dello scafo, permetterebbe, oltre al recupero dei corpi, di capire definitivamente cosa sia successo a bordo nelle ore successive all'ultimo messaggio inviato al comando di Mar de la Plata: in quella comunicazione, era stata segnalata l'entrata di acqua nello snorkel e il conseguente cortocircuito delle batterie, il quale aveva provocato un incendio. Il capitano del sottomarino aveva annunciato l'immersione, chiudendo per sempre il contatto con il quartier generale. Da quel momento solo ipotesi, la più probabile delle quali riguarda l'implosione dello scafo forse captata anche da alcuni rilevatori. Per conoscere la verità, si attende che l'oceano restituisca il San Jaun e i suoi marinai.