Nuovi guai per Maassen

Nuovi guai per l'ex capo degli 007 tedeschi Hans-Georg Maassen. Il ministro degli Interni, Horst Seehofer, ha annunciato il suo pensionamento anticipato dopo un discorso pubblico in cui lo stesso Maassen si è detto vittima di una sorta di complotto “di forze di sinistra radicale presenti nella Spd”, il cui interesse sarebbe stato di cavalcare i fatti di Chemnitz – le manifestazioni dell'estrema destra andate in scena lo scorso agosto durante le quali si sono registrati atti di violenza contro alcuni stranieri – per mettere fine alla Grosse Koalition che guida la Germania. 

Polemiche

Il discorso di Maassen, tenuto di fronte al cosiddetto Berner Club, che riunisce i vertici di vari servizi segreti a livello internazionale, ha ovviamente provocato una nuova ondata di furibonde polemiche nella politica tedesca dopo quelle di un mese fa, quando il capo degli 007 era finito nella tempesta per aver negato che a Chemnitz si fosse verificata una vera e propria caccia all'immigrato ed era stato accusato di aver voluto “banalizzare” l'ondata di violenze di estrema destra. Una polemica che aveva investito il governo federale, con la Spd che ne reclamava le dimissioni e il ministro Seehofer a difendere Maassen. L'accordo finale si era chiuso con l'allontanamento di Maassen dal vertice del servizio d'intelligence Bfv (Ufficio federale per la difesa della Costituzione) risolto però con un semplice spostamento di Maassen al ministero dell'Interno come consulente. Un compromesso giudicato insufficiente sia nell'opinione pubblica che nei media, salutato con soddisfazione dal solo Seehofer. 

Presa di posizione

“Le sue formulazioni sono inaccettabili” ha detto Seehofer, che ha convocato un'apposita conferenza stampa per annunciare il pensionamento di Maassen: “Una collaborazione basata sulla fiducia non è più possibile”, ha aggiunto, sottolineando anche di essere “ampiamente deluso dal punto di vista umano”.