Nuove accuse americane al regime di Assad: “Prigionieri giustiziati in massa”

Gli Stati Uniti accusano il regime di Bashar al Assad di eseguire esecuzioni di massa dei prigionieri e di bruciare i loro corpi in un grande crematorio fuori Damasco per nascondere le prove. Secondo il Dipartimento di Stato, circa 50 detenuti al giorno sono impiccati nella prigione militare di Saydnaya, a 45 minuti dalla capitale siriana. “Il governo di Assad è sprofondato in un nuovo livello di depravazione con il sostegno di Russia e Iran”, ha detto l’inviato Usa in Medio Oriente, Stu Jones, presentando le foto declassificate dell’edificio della prigione militare che sarebbe stato modificato per creare il crematorio.

Accuse che rischiano di pesare come macigni sulla difficile partita dei negoziati di Ginevra. Al suo arrivo nella città svizzera l’inviato Onu in Siria, Staffan De Mistura, non ha voluto commentare le ultime dichiarazioni di Assad, ma ha posto una domanda: “Perché il presidente siriano manderebbe da 15 a 18 persone a Ginevra se non fosse interessato e potenzialmente coinvolto nel processo politico?”

In un’intervista con la Tv bielorussa, il presidente siriano aveva detto che i negoziati che contano sono quelli Astana, portati avanti da Russia, Iran e Turchia. Per de Mistura “c’è una divisione del lavoro tra Astana e Ginevra”. Ad Astana, ha affermato, ci sono “tre importanti Paesi che hanno influenza e che, se ne hanno la volontà, hanno la possibilità di insistere perché si verifichi una vera descalation“. De Mistura ha ricordato che al termine dell’ultimo incontro ad Astana (Kazakistan) i tre Paesi “hanno firmato un documento“, in tale senso. I colloqui di Ginevra forniscono “l’orizzonte politico“, indispensabile per sostenere ogni descalation. Parlando del nuovo round di colloqui, sempre indiretti, tra governo e opposizione in programma da domani a Ginevra, De Mistura ha ribadito che dovrebbero concludersi “venerdì o sabato” e continuare ad affrontare i quattro temi stabiliti: governance, costituzione, elezioni e lotta al terrorismo.