No ai piani alternativi, incombe il No deal

La sensazione, in tutta la faccenda Brexit, è che in fondo il vero intoppo sia sempre stato all'interno del Parlamento britannico più che in qualsiasi trattativa con Bruxelles. I Comuni, gli stessi che hanno stroncato tre volte il piano studiato dalla premier Theresa May, ne hanno già bocciati otto alternativi dopo aver preso le redini della questione. Altri quattro li hanno depennati questa sera. Il tutto con il 12 aprile che, per riprendere un detto rude ma calzante, è ormai al classico “tiro di schioppo”. Questo significa che, senza accordi di sorta, sarà No deal, hard Brexit, uscita senza intesa. Tutti epiteti giusti, corretti, indicativi non tanto per indicare ciò che sarà ma ciò che è stato durante questi mesi: difficoltà totale nel mettersi d'accordo innanzitutto dentro i confini, prima che sul continente.

Ultime chance

Va detto che quattro bocciature tutte insieme sono tante ma è altrettanto vero che i voti non erano nemmeno vincolanti e, quindi, di fatto tutto restava in mano a Theresa May che aveva libertà assoluta di non adottare le eventuali proposte approvate. Altro dato che conferma la poca chiarezza nel procedimento di stipula della Brexit all'interno del Parlamento britannico, pur obbligata a tenerne conto. Il che non contribuisce a dipanare la confusione: fra qualche ora May chiamerà a raccolta il Consiglio dei ministri per una riunione fiume di durata ben al di sopra degli standard. In quella sede si deciderà cosa fare tra il chiedere all'Ue un ulteriore rinvio (lungo) e rimetterrsi a discutere, oppure andare per la strada del No deal, con tutte le conseguenze potenzialmente nefaste per l'economia anglosassone e per il confine irlandese.

Campo ristretto

In realtà ci sarebbe anche una terza soluzione, ovvero che il Parlamento si decida ad approvare quell'accordo che ha accartocciato e buttato via tre volte, quello della premier. Difficile per non dire impossibile ma quella piccola percentuale di possibilità c'è, se non altro perché il Consiglio di domani dovrà discutere dei rischi dell'uscita senza intesa e quelli potrebbero influire in positivo. Ma si tratta quasi di una chimera. D'altronde, anche un rinvio di lunga durata è visto come fumo negli occhi, perché significherebbe partecipare alle europee. Uno scenario che restringe di molto il campo delle ipotesi: la hard Brexit, quella caldeggiata da Johnson e dagli altri brexiteers oltranzisti, potrebbe improvvisamente materializzarsi non perché cercata ma perché l'unica soluzione rimasta.