Netanyahu: “L'Iran ha passato la linea rossa”

Continua l'escalation di tensione in Medio Oriente, a qualche giorno di distanza dall'annuncio di Trump di recedere dall'accordo sul nucleare iraniano del 2015. Tensioni che, in particolare, hanno riguardato Israele e lo stesso Iran, protagonisti di un botta e risposta missilistico che non ha fatto altro che aumentare le preoccupazioni dell'Europa, anche alla luce del discorso-video del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, il quale ha sostenuto che Teheran “ha oltrepassato la linea rossa” e che “la reazione di Israele è stata adeguata”. Il tutto con gli occhi puntati sulla Siria: “Ieri ho inoltrato un messaggio chiaro al regime di Assad: la nostra operazione è diretta contro obiettivi iraniani in Siria. Ma se l'esercito siriano agirà contro Israele, noi agiremo contro di lui, come è esattamente avvenuto ieri sera”.

“Rischio al-Quds”

Netanyahu ha spiegato come il suo Paese si trovi “in una campagna continua: non consentiremo all'Iran di arroccarsi militarmente in Siria. L'esercito israeliano ha condotto un attacco molto esteso contro obiettivi iraniani in Siria. Grazie all'eccellente preparazione delle nostre forze, sia in difesa sia in attacco, l'operazione iraniana è fallita. Nessun missile è caduto sul nostro territorio. L'esercito siriano ha lanciato missili terra-aria contro di noi e per questo lo abbiamo colpito”. Netanyahau ha poi sottolineato che “la comunità internazionale deve impedire alla forza al-Quds iraniana di trincerarsi in Siria. I tentacoli del diavolo vanno tagliati prima che si espandano qui e altrove”.

Tensione sul Golan

Nel frattempo, continua a mantenersi elevato il rischio sulle alture del Golan che, secondo quanto denunciato da Israele non più di 24 ore fa, sono state oggetto di numerosi lanci missilistici da parte di Teheran per quello che è stato definito “il primo attacco diretto” del Paese nei confronti di Israele. Venti razzi in tutto, sparati dalle forze di al-Quds facenti capo all'Iran e inidirizzati verso un numero imprecisato di postazioni militari (anche se la maggior parte sono stati intercettati dal sistema Iron Dome). Per il portavoce dell'esercito, Jonathan Conricus, l'ordine sarebbe partito dal generale iraniano Qassem Suleimani anche se, al momento, non si conosce l'entità delle conseguenze provocate dal raid israeliano nei cieli attorno Damasco. Conricus ha precisato che di quell'operazione era stata informata anche la Russia.