Mozambico, sospetti di corruzione intorno ai giacimenti di gas

Il porto di Pemba, in Mozambico, si raggiunge il ricchissimo fondale marittimo di Rovuma, dove già è stato scoperto un giacimento di 5.660 miliardi di metri cubi di gas dalla compagnia petrolifera italiana dell’Eni e da quella statunitense Anadarko. Inoltre il governo mozambicano sta per concedere cinque nuove concessioni per prospezioni su 75 mila chilometri quadrati di fondale. Il quotidiano francese “Le Monde” ha pubblicato un reportage su Pemba in cui l’autore Sebastien Hervieu ha definito la cittadina: “Una delle postazioni avanzate della nuova frontiera mondiale del gas che si stende lungo la costa orientale dell’Africa”.

Quando nel 2018 inizierà la produzione del giacimento di Rovuma, il Mozambico sarà catapultato fra i primi tre produttori mondiali di gas e, con 700 mila nuovi posti di lavoro tra impiego diretto e indotto, potrà finalmente sperare di iniziare a far uscire la sua popolazione da un’estrema povertà. Aldilà di ciò, l’inviato di “Le Monde” nell’articolo insinua il sospetto che solo grazie alla corruzione l’appalto per il secondo terminale di Pemba non sia stato assegnato dalla società statale monzambicana Enh Logistics al gruppo francese Bollorè Africa Logistics ma alla società italo-nigeriana Orlean Invest. E aggiunge che delle società “vicine al partito Frelimo” al potere in futuro potrebbero partecipare ai lavori del nuovo porto.