MOSCA: VERTICE PUTIN-NETANYAHU SULLA SPARTIZIONE MILITARE DEI CIELI SIRIANI

Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu è partito stamane per Mosca dove discuterà col presidente Vladimir Putin in merito alle ripercussioni dell’intervento russo in Siria. Il premier è accompagnato dal capo di Stato maggiore gen. Gady Eisenkot e dal capo dell’intelligence militare Hertzy Halevi. L’inconsueta scelta dell’ospite di farsi accompagnare da due alti responsabili delle forze armate è indice che, al vertice, verrà dato peso principalmente ai temi militari.

Fonti israeliane suggeriscono che scopo della missione è quella di garantire libertà di azione all’aviazione israeliana in territorio siriano. Netanyahu chiederà dunque forme di coordinamento per evitare attriti militari in una zona di operazioni dove Israele è attiva, ribadendo il proprio diritto di intervento per fronteggiare i pericoli terroristici – quali l’arrivo di armi sofisticate ad Hezbollah – e per tenere lontane le forze iraniane dall’altipiano del Golan, sulla linea di confine tra Isralele, Siria, Libano e Giordania.

Le forze russe sono scese in campo al fianco del presidente siriano Bashar al-Assad il 9 settembre scorso. Solo ieri erano state pubblicate le foto di quattro aerei Su-27 russi sulla pista della base di Latakia. La presenza dei velivoli è stata letta da Gerusalemme come la scelta di Mosca di pianificare una presenza di lungo termine in Siria. L’ex capo del Mossad, Ephraim HaLevi, in un articolo su “Yedioth HaHaronot”, prevede che “Putin illustrerà a Netanyahu ragioni e intenti dell’intervento in Siria e poi Netanyahu porrà delle domande”. I probabili obbiettivi del Cremlino sono: sorreggere il regime di Assad nel breve termine ed assicurarsi il controllo della costa alawita a prescindere dall’esito della guerra civile.