Mosca: “Un attacco Usa avrebbe conseguenze imprevedibili”

Un eventuale attacco americano in Siria, motivato dal presunto uso di armi chimiche, potrebbe avere conseguenze “imprevedibili” e ridurrebbe gli sforzi per una soluzione pacifica nella regione.

“Pace a rischio”

Il monito è arrivato dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, in un briefing con la stampa. “Si tratterebbe di un duro colpo al processo di pace in Siria e alla sicurezza globale – ha avvertito la portavoce – è impossibile prevedere le conseguenze del giocare col fuoco“. “In questo modo, gli Stati Uniti farebbero indietreggiare tutte le misure adottate per risolvere in modo pacifico la crisi siriana e di questo dovrebbero rendere conto”, ha aggiunto.

Preoccupazione

L'ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov, ha espresso il timore di Mosca che gli Stati Uniti stiano preparando nuovi attacchi contro il regime di Damasco. Il diplomatico ha incontrato questa settimana alcuni funzionari degli Stati Uniti, tra cui James Jeffrey, rappresentante speciale per la Siria, a cui ha confidato le preoccupazioni del Cremlino riguardo “i segni” della preparazione di nuovi attacchi statunitensi contro Damasco.

Idlib

Il governo siriano sta approntando insieme alla Russia un'offensiva su larga scala contro la provincia settentrionale di Idlib, che trova al momento l'opposizione della Turchia, secondo cui tale operazione sarebbe “disastrosa“, un'opinione condivisa anche dal segretario generale dell'Onu Antonio Guterres. Francia, Regno Unito e Stati Uniti hanno avvertito Damasco che risponderanno militarmente a eventuali attacchi chimici condotti dal regime nell'area. Oggi, il ministero degli Esteri russo ha annunciato colloqui per una soluzione pacifica in Siria con il capo della delegazione dell'opposizione siriana Nasr Hariri.

Risiko nei mari

Ieri, il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, aveva fatto sapere insieme al collega saudita Adel al-Jubeir che Mosca intende distinguere “le organizzazioni terroristiche“, presenti nella provincia siriana di Idlib, “dalle fazioni che vogliono impegnarsi nel processo politico“. Lunedì, il generale Igor Konashenkov, portavoce dell'esercito russo, ha reso noto che la Uss Ross, un cacciatorpediniere della Marina statunitense, è entrata nel Mediterraneo il 25 agosto armata con 28 missili da crociera Tomahawk in grado di colpire qualsiasi obiettivo in Siria. Intanto, la Marina russa ha inviato nel Mediterraneo la più grande task force mai schierata dall'inizio dell'intervento nel conflitto siriano nel settembre 2015, composta da 10 navi, tra cui due fregate equipaggiate con missili da crociera Kalibr, e 2 sottomarini. Alcuni esperti militari citati dal giornale russo Kommersant sostengono che la flotta sosterrà l'offensiva contro Idlib.