Mosca non si lascia intimorire: truppe in movimento in Caucaso e Crimea

Dopo le lunghe trattative diplomatiche che hanno portato agli accordi di Minsk, la situazione sembra migliorata, ma la Russia non abbassa la guardia e continua a mostrare i muscoli. Oltre duemila soldati e 500 pezzi d’artiglieria di Mosca stanno prendendo parte ad esercitazioni anti-aeree, in zone di confine fra cui la Crimea, annessa lo scorso anno dall’Ucraina. A riferirlo è l’agenzia di stampa Interfax, citando il ministero della Difesa russo, il quale precisa che le esercitazioni dureranno fino al 10 aprile e si svolgeranno nei distretti federali del nord e sud Caucaso.

Tale mossa potrebbe essere tranquillamente una manovra di ordinaria amministrazione dell’esercito, ma c’è chi interpreta queste esercitazioni come una dimostrazione di forza da parte del Cremlino nei confronti dell’Occidente, perché avvengono nel periodo in cui le relazioni fra le parti sono ai minimi storici dai tempi della Guerra Fredda, a causa della crisi in Ucraina.

Anche perché, in una conferenza stampa a Mosca, non legata all’annuncio delle esercitazioni, il vice ministro della Difesa russo Anatoly Antonov, ha detto che le attività della Nato ai confini con la Russia sono andate ben oltre qualunque operazione militare in cui possa essersi imbarcato il Cremlino. Passa poi ad accusare la prepotenza dell’Occidente, perché “gli Stati della Nato stanno usando la situazione nel sudest dell’Ucraina come una scusa per avvicinarsi ai confini russi”, ha detto Antonov, citato dall’agenzia di stampa Interfax. Si potrebbero quindi interpretare queste esercitazioni militari di Mosca come una risposta pacifica all’arroganza delle minacce che arrivano dai Paesi membri. Intanto ieri una piccola flotta di navi della Nato è arrivata nel Mar Nero per partecipare a esercitazioni con le marine militari di Russia, Bulgaria, Romania e Turchia.