Missione in Libia, Gheddafi jr accusa: “Italia nostalgica del fascismo”

L’Italia ha “nostalgia del colonialismo fascista, quando le spiagge di Tripoli erano considerate colonie di Roma”. A parlare è Saif al Islam Gheddafi, figlio di Muammar, tornato in scena dopo la sua recente liberazione da un carcere di Zintan dove era rimasto recluso per diversi mesi. Affermazioni che pesano sul complicato rapporto fra Italia e Libia anche dopo la minaccia del generale Khalifa Haftar di bombardare le navi italiane, richieste dal leader di Tripoli Fayez al Sarraj, in funzione anti tratta migranti.

Secondo una fonte vicina al figlio dell’ex rais e citata da Libya24, Saif Gheddafi ha puntato il dito contro “i politici italiani“, rei di avere “rovinato le relazioni bilaterali quando hanno permesso l’uso delle basi italiane per bombardare” il Paese”, nel 2011, a seguito del quale venne rovesciato il regime del colonnello. “Adesso stanno ripetendo la stessa cosa con l’invio di navi provocando i risentimenti del popolo combattente contro i comportamenti irresponsabili degli italiani”, ha avvertito Saif al Islam, infiammando ancora di più il dibattito, divenuto caldo dopo le dichiarazioni del generale di Tobruk.

L’Italia è impegnata da sempre nel dossier libico e punta alla stabilizzazione del Paese anche in chiave di gestione dei flussi migratori e lotta al terrorismo. E proprio in quest’ottica la Libia è stata al centro di un colloquio a Palazzo Chigi tra il premier, Paolo Gentiloni, ed il ministro degli Esteri, Angelino Alfano.

Le minacce di Haftar sono piombate come un fulmine a ciel sereno a poche ore dal via libera del Parlamento italiano alla missione di supporto navale nel Paese nordafricano e mentre era già nelle acque libiche il pattugliatore “Comandante Borsini“. Immediate sono fioccate le polemiche. “La missione italiana in Libia deve fare i conti con una situazione estremamente complessa. In questo senso vanno prese le dichiarazioni di Haftar”, ha detto il senatore Nicola Latorre (Pd), presidente della commissione Difesa a Palazzo Madama, convinto che tali affermazioni “non potranno compromettere la missione italiana richiesta dal governo di unità nazionale libico“. “Per ora sono solo resoconti dei media”, ha tagliato corto Catherine Ray, portavoce del Servizio europeo per l’azione esterna. “Lavoriamo a stretto contatto e in coordinamento con l’Italia per gestire la rotta del Mediterraneo centrale, in linea con gli standard e le leggi internazionali”, ha aggiunto Ray.