Mike Pompeo è in Corea del Nord

Mike Pompeo, segretario di Stato americano, è approdato a Pyongyang per la seconda volta in pochissimi giorni, la prima però dopo il colloquio fra Moon Jae-in e Kim Jong-un. Quindi, come annunciato dal presidente Trump durante il suo discorso sulla recessione dall'accordo sul nucleare iraniano, Pompeo è pronto a preparare (stavolta davvero) il terreno per il vertice fra il presidente degli Stati Uniti e il leader nordcoreano, probabile punto di svolta per la soluzione della crisi nel Pacifico orientale dopo un anno di apprensione e solo qualche mese di distensione. Toni completamente rivisti quelli fra Kim e il Tycoon i quali, a questo punto, sembrano davvero in procinto di incontrarsi per trovare insieme un terreno d'incontro che preveda innanzitutto, da parte di Pyongyang, l'accantonamento dei propositi nucleari fin qui sostenuti.

Nuovo vertice in Cina

In terra coreana, Pompeo tratterà con alcuni funzionari del regime di Kim ma, nei giorni scorsi, Trump aveva auspicato un ruolo di primo piano anche da parte della Cina, oltre che della Corea del Sud, per fornire un apporto all'intesa fra Washington e Pyongyang e, soprattutto, “per un futuro di pace per tutti”. In realtà, il primo incontro istituzionale al di fuori dei confini nordcoreani, Kim lo aveva svolto nel mese di marzo proprio in casa dell'alleato storico e, nondimeno, ne ha tenuto un altro col presidente Xi Jinping nelle scorse ore: nel nuovo vertice, tenuto nella città portuale di Dalian, il leader nordcoreano ha precisato che “nel momento in cui cadono attività ostili e minacce alla sicurezza, non c'è ragione per la Corea del Nord di essere uno Stato nucleare”.

La questione prigionieri

A ogni modo, pur nella speranza generale di un esito positivo della seconda visita asiatica del neo-segretario di Stato, i sentori non sono univocamente ottimisti. Lo stesso Pompeo, durante il volo, ha riconosciuto l'incertezza degli esiti del colloquio, dicendosi non sicuro di chi avrebbe incontrato e, men che meno, se la trattativa sul rilascio dei cittadini statunitensi detenuti in Corea del Nord avrebbe condotto a una soluzione positiva (nemmeno Trump ha toccato l'argomento, pur annunciando personalmente il viaggio di Pompeo). L'intento, secondo quanto riferito al 'Washington Post' da due persone informate del viaggio, era di tornare negli States con i cittadini americani detenuti in Corea ma, almeno per ora, di certo non vi è nemmeno la data e il luogo dell'incontro fra il segretario di Stato e i funzionari di Pyongyang. Sul destino di quelle persone, su domanda di un giornalista, Trump ha risposto sinteticamente con un “lo scopriremo presto”.